Il presepe di papa Francesco in piazza san Pietro |
Allora oggi la Novena di Natale ce la facciamo fare dal
Papa, ce ci presenta un altro volto del presepe.
Il presepe «è come un
Vangelo vivo». Porta il Vangelo nei posti dove si vive (…). E lì dove viviamo
ci ricorda una cosa essenziale: che Dio non è rimasto invisibile in cielo, ma è
venuto sulla Terra, si è fatto uomo, un bambino. Fare il presepe è celebrare la
vicinanza di Dio. Dio sempre è stato vicino al suo popolo, ma quando si è
incarnato e nato, è stato molto vicino, vicinissimo (…) è reale, concreto, vivo
e palpitante. (…)
Il Bambino nel
presepe ci trasmette la sua tenerezza. Alcune statuine raffigurano il
“Bambinello” con le braccia aperte, per dirci che Dio è venuto ad abbracciare
la nostra umanità. Allora è bello stare davanti al presepe e lì confidare al
Signore la vita, parlargli delle persone e delle situazioni che abbiamo a
cuore, fare con Lui il bilancio dell’anno che sta finendo, condividere le
attese e le preoccupazioni. Accanto a Gesù vediamo la Madonna e San Giuseppe.
Possiamo immaginare i pensieri e i sentimenti che avevano mentre il Bambino
nasceva nella povertà: gioia, ma anche sgomento. E possiamo anche invitare la
Sacra Famiglia a casa nostra, dove ci sono gioie e preoccupazioni, dove ogni
giorno ci svegliamo, prendiamo cibo e sonno vicini alle persone più care. Il
presepe è un Vangelo domestico. (…)
Il presepe ci offre
un altro insegnamento di vita. Nei ritmi a volte frenetici di oggi è un invito
alla contemplazione. Ci ricorda l’importanza di fermarci. Perché solo quando
sappiamo raccoglierci possiamo accogliere ciò che conta nella vita. Solo se
lasciamo fuori casa il frastuono del mondo ci apriamo all’ascolto di Dio, che
parla nel silenzio. (…)
Dal presepe possiamo
cogliere infine un insegnamento sul senso stesso della vita. Vediamo scene
quotidiane: i pastori con le pecore, i fabbri che battono il ferro, i mugnai
che fanno il pane; a volte si inseriscono paesaggi e situazioni dei nostri
territori. È giusto, perché il presepe ci ricorda che Gesù viene nella nostra
vita concreta.
E, questo è
importante. Fare un piccolo presepe a casa, sempre, perché è il ricordo che Dio
è venuto da noi, è nato da noi, ci accompagna nella vita, è uomo come noi, si è
fatto uomo come noi Nella vita di tutti i giorni non siamo più soli, Egli abita
con noi. Non cambia magicamente le cose ma, se Lo accogliamo, ogni cosa può
cambiare. (…)
Quando noi facciamo
il presepe a casa, è come aprire la porta e dire: “Gesù, entra! Perché se Lui
abita la nostra vita, la vita rinasce. E se la vita rinasce, è davvero Natale.
Buon Natale a tutti!
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