Maria avvolse il bambino nelle fasce.
Un gesto materno, pieno di tenerezza e d’affetto. Un gesto preparato fin da
quando aveva saputo di essere in attesa di un bambino. L’angelo lo aveva
annunciato come «Figlio dell’Altissimo», ma sarebbe pur stato un bambino.
Certamente, premurosa, partì da Nazareth con l’occorrente per il parto, anche
se sant’Alfonso de Liguori canta: “mancano panni e fuoco…”.
Natale: mistero di Dio che si fa uomo
nella fragilità di un bambino che ha bisogno di essere avvolto in fasce per essere
riparato dal freddo.
In quel gesto amorevole della Madre i
Padri della Chiesa hanno visto l’umanità, significata dalle fasce, che avvolge
la divinità: Gesù è vero Dio e vero uomo. Non è un mito, non una favola bella.
Le fasce dicono la verità del suo farsi uno di noi.
Quel gesto della Madre prelude a quello
che compiranno molto più tardi, dopo la tua morte, altre donne, quando lo
avvolgeranno in un altro panno. Là si vedrà ancora più chiaramente che Gesù si
è fatto veramente uomo, avvolto dalla nostra miseria, dal nostro peccato, dalla
nostra morte.
La notte di Natale conosce un altro
evento, di segno opposto: la gloria del Signore avvolge di luce i pastori. Se
avvolgere con panni il bambino esprime un gesto materno, avvolgere di luce i
pastori esprime un gesto paterno di Dio di altrettanta tenerezza e amore,
pensato fin dall’inizio dei tempi, e prima ancora, da tutta l’eternità. Ed è
segno dell’umanità divinizzata.
È un’umanità semplice quella che Gesù incontra
nel suo nascere: non sa né leggere né scrivere, vive ai margini dei villaggi, è
scartata e temuta. Sono gli ultimi e Dio li avvolge di luce, li trasfigura,
rendendo loro la dignità regale di figli di Dio.
Natale: l’uomo accoglie Dio ed è
trasformato in Dio. Divino e umano, Cielo e terra si abbracciano. È il
«mirabile scambio» cantato dai nostri antichi Padri: l’uomo dà a Dio la sua
umanità – le fasce – e Dio dà all’uomo
la sua divinità – la luce.
Figlio di Dio, Gesù si fa uomo per fare
dell’uomo il figlio di Dio, avvolto di gloria. Scende su questa nostra terra per
innalzarci nel suo Cielo. Spegne la sua luce, si rende opaco, nasconde la tua
gloria nella piccolezza di un comune bambino, per accendere in noi il divino.
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