«Fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni
il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui»
(Mt 11, 2-11).
Nella fortezza di Macaronte, che Erode aveva fatto costruire
vicino al Mar morto, Giovanni Battista, imprigionato, vive la prova della sua vita: Che mi sia
sbagliato? Possibile che Gesù sia davvero il Messia? Io pensavo che avrebbe
giudicato con rigore e forza, mentre invece è misericordia e perdono. È lui
colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?
Gesù riconosce nel suo predecessore "il più grande" tra tutti gli uomini
e ne tesse un elogio grandioso.
Lui però, Gesù, è diverso dal Battista, è “il più piccolo”, perché si
è messo sotto tutti, a servizio dei poveri, dei ciechi, dei carcerati, dei deboli, degli
ultimi. Proprio per questo è “più grande” di Giovanni Battista.
Gesù è infatti
l’inizio di un mondo nuovo, del regno dei cieli, infinitamente più grande delle profezie che lo hanno preparato.
Tutti i “piccoli” che con lui entrano nella vita nuova del regno
di Dio diventano grandi, perché sono resi partecipi della sua stessa vita , della
sua grandezza, sono fatti altri lui.
È la grandezza del cristiano.
Ma occorre accettare lo stile di Gesù, non scandalizzarsi di lui,
ed essere pronti a diventare, come lui, veramente “piccoli”, a mettersi all’ultimo
posto, a dare la vita per gli altri.
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