“Allontana
da te la tristezza… è il più pericoloso di tutti gli spiriti… Rivestiti di
gioia e dilettati in essa. Infatti ogni uomo allegro fa azioni buoni, pensa
cosa buone…”.
È il
decimo precetto de Il Pastore di Erma, lo scritto di uno dei Padri
apostolici del II secolo che sto leggendo in questo periodo.
Contemporaneamente
leggo, in un discorso di Papa Francesco, che Gesù, incontrando sul lago Pietro
dopo il rinnegamento, “vuole liberarlo dalla tristezza”.
Brutta
bestia la tristezza, dicono tutti che sia l’alleato del diavolo. Il Pastore
di Erma dice che è “sorella dell’incertezza e della collera”. Porta a
vedere tutto nero, alla depressione e infine alla disperazione e al peccato.
La
gioia invece è uno dei frutti dello Spirito Santo. È positiva, tutto trasfigura
e mette le ali.
Allora
cristiani buontemponi?
No
davvero!
Non ci
mancano difficoltà e tribolazioni, ma da quando Gesù le ha prese su di sé, in
tutte queste riconosciamo la sua presenza!
Allora: "Beati gli
afflitti, perché saranno consolati!" (Mt 5, 4).
È l’esperienza
di Paolo: “Sono lieto delle sofferenze…” (Col 1, 24).
È l’insegnamento
di Pietro: “Nella misura in cui partecipate alle sofferenze di Cristo,
rallegratevi…” (1 Pt 4, 13).
Nessun commento:
Posta un commento