domenica 10 novembre 2019

Il romanzo di santa Cecilia


Siamo nel III secolo. Cecilia, della nobile famiglia dei Caecilii, sceglie la verginità. Dev’essere una ragazzina, perché allora si sposavano molto giovani, l’età media della vita era 30 anni.
È bella e ricca. Il giovane Valeriano è il promesso sposo.
Lei gli svela di essere cristiana e di avere consacrato a Dio la sua verginità. Si celebri pure il matrimonio, ma lui rispetti per sempre la sua verginità.

Inizia così il romanzo della vita di santa Cecilia, che ci siamo raccontati sabato, andando a visitare nella sua basilica a Trastevere, edificata sulla sua casa. L'occasione per una ricognizione agli scavi archiologici e alle straordinarie opera d'arte, a cominciare del Cavallini, che, come sempre, i santi suscitano attorno a loro.

Valeriano, nobile di sangue ma ancor più di cuore, rimase ammirato e perplesso, facendo notare a Cecilia l’assurdità della cosa. Ma lei le confida che non può averla, perché ha accanto a sé un angelo che vigila sempre in sua difesa. Povero Valeriano!
Si avvicina il giorno delle nozze, si moltiplicano i lunghi incontri tra i due e Valeriano viene prima istruito nella fede cristiana e poi inviato in gran segreto a papa Urbano, che viveva nascosto nei pressi delle catacombe di San Callisto, e qui è battezzato.


Valeriano, uscendo dalle catacombe, torna da lei. La trova Cecilia bellissima come mai, tutta assorta in preghiera, cantando a Dio con le corde più intime del suo cuore, mentre un angelo, che vegliava su di lei, lo invitava ad avvicinarsi, gli porgeva una corona di rose e poneva sul capo di Cecilia una corona di gigli.

Sopraggiunge Tiburzio, fratello di Valeriano, e gli fa notare che nella sala c’è un profumo fortissimo di rose e di gigli, inesistenti in quella stagione autunnale.
Il fratello gli svela il mistero e lo esorta a prepararsi anch’egli al battesimo. E dopo averlo catechizzato, lo manda da Urbano. Rimane col papa sette giorni per completare la sua preparazione e poi è battezzato.

I tre giovani sono ormai un’anima sola e i loro incontri diventano più frequenti, avendo tante cose da raccontarsi.

Fuori infuria la persecuzione.
Ed ecco comparire un altro personaggio, il prefetto di Roma, Turcio Almacchio, che ordina l’uccisione dei cristiani, e l’abbandono dei loro cadaveri insepolti nelle campagne romane per essere divorati dalle bestie.
I nostri tre di notte raccolgono i morti, dando loro una degna sepoltura. Scoperti, vengono portati davanti ad Almacchio, rimproverati e fustigati.
Per rispetto alla loro famiglia, il prefetto non applica la pena capitale.

Ed ecco comparire in scena Massimo il corniculario (funzionario civile), massima autorità dopo il prefetto, che ha l’incarico di condurre i nostri in catene in aperta campagna per sacrificare a una statua di Giove.
Colpo di scena: l’ufficiale è commosso dalla loro giovane età e dalla inspiegabile serenità. “Avete un segreto?”. Morale della favola, anche lui chiede il battesimo

Naturalmente Almacchio va su tutte le furie e fa uccidere i due giovani e il corniculario, cui segue la confisca dei beni.
A Cecilia viene intimato di presentarsi in tribunale. Due littori vanno a prelevarla a casa e, ancora una volta, colpo di scena. Incantati dalla casta bellezza di Cecilia e dalla sua straordinaria sapienza, sono conquistati alla fede cristiana. Papa Urbano viene chiamato in fretta nella casa di Cecilia, dove i littori hanno radunato anche le loro famiglie e tutti ricevono il battesimo.


Cecilia si presenta in tribunale. Almacchio, temendo una esecuzione in pubblico, ordina di ricondurla a casa, di chiuderla nel calidarium, portandolo a massimo la temperatura, così che muoia soffocata. Naturalmente dopo un giorno e una notte nella quale sarebbe dovuta morire arrostita, le guardie la trovano fresca come una rosa. Non rimane che tagliarle la gola con un colpo di spada.
Viene sepolta addirittura vicino alle tombe dei vescovi di Roma,

Papa Pasquale I (sono già passati quasi sei secoli) ebbe una apparizione da parte della Santa che gli indicò il punto esatto dove era conservato il suo corpo, il quale non era più stato ritrovato. Il primo nucleo della basilica fu dunque eretto nel IX secolo d.C. voluto dal Papa Pasquale I, subito dopo il ritrovamento del corpo della Santa nelle catacombe di S. Callisto.,
Nel 1599 il cardinale Paolo Emilio Sfondrati fece riesumare il corpo di S. Cecilia, che fu ritrovato in ottimo stato di conservazione.
Il corpo, esposto per un mese alla venerazione dei fedeli "sopra un ricchissimo talamo, in una stanza munita di grosse inferriate e vigilata continuamente dalla Guardia Svizzera e per impedire la folla di carrozze furono sbarrate tutte le strade di Trastevere"
La statua di Stefano Maderno la riproduce l’esatta posizione in cui fu ritrovato il corpo della Santa di fronte all'altare e riprodotta nella medesima posizione in cui fu ritrovata: è interessante osservare la posizione delle dita che indicano la Trinità. 

Non è una storia meravigliosa?


Nessun commento:

Posta un commento