Siamo
nel III secolo. Cecilia, della nobile
famiglia dei Caecilii, sceglie
la verginità. Dev’essere una ragazzina, perché allora si sposavano molto
giovani, l’età media della vita era 30 anni.
È bella
e ricca. Il giovane Valeriano è il promesso sposo.
Lei
gli svela di essere cristiana e di avere consacrato a Dio la sua verginità. Si
celebri pure il matrimonio, ma lui rispetti per sempre la sua verginità.
Inizia
così il romanzo della vita di santa Cecilia, che ci siamo raccontati sabato, andando a visitare
nella sua basilica a Trastevere, edificata sulla sua casa. L'occasione per una ricognizione agli scavi archiologici e alle straordinarie opera d'arte, a cominciare del Cavallini, che, come sempre, i santi suscitano attorno a loro.
Valeriano,
nobile di sangue ma ancor più di cuore, rimase ammirato e perplesso, facendo
notare a Cecilia l’assurdità della cosa. Ma lei le confida che non può averla,
perché ha accanto a sé un angelo che vigila sempre in sua difesa. Povero
Valeriano!
Si
avvicina il giorno delle nozze, si moltiplicano i lunghi incontri tra i due e
Valeriano viene prima istruito nella fede cristiana e poi inviato in gran
segreto a papa Urbano, che viveva nascosto nei pressi delle catacombe di San
Callisto, e qui è battezzato.
Valeriano, uscendo dalle catacombe, torna da lei. La trova Cecilia bellissima come mai, tutta assorta in preghiera, cantando a Dio con le corde più intime del suo cuore, mentre un angelo, che vegliava su di lei, lo invitava ad avvicinarsi, gli porgeva una corona di rose e poneva sul capo di Cecilia una corona di gigli.
Sopraggiunge
Tiburzio, fratello di Valeriano, e gli fa notare che nella sala c’è un profumo
fortissimo di rose e di gigli, inesistenti in quella stagione autunnale.
Il
fratello gli svela il mistero e lo esorta a prepararsi anch’egli al battesimo.
E dopo averlo catechizzato, lo manda da Urbano. Rimane col papa sette giorni
per completare la sua preparazione e poi è battezzato.
I
tre giovani sono ormai un’anima sola e i loro incontri diventano più frequenti,
avendo tante cose da raccontarsi.
Fuori
infuria la persecuzione.
Ed
ecco comparire un altro personaggio, il prefetto di Roma, Turcio Almacchio, che
ordina l’uccisione dei cristiani, e l’abbandono dei loro cadaveri insepolti
nelle campagne romane per essere divorati dalle bestie.
I nostri tre di notte raccolgono i morti, dando loro una
degna sepoltura. Scoperti, vengono portati davanti ad Almacchio, rimproverati e
fustigati.
Per
rispetto alla loro famiglia, il prefetto non applica la pena capitale.
Ed
ecco comparire in scena Massimo il corniculario (funzionario civile), massima
autorità dopo il prefetto, che ha l’incarico di condurre i nostri in catene in
aperta campagna per sacrificare a una statua di Giove.
Colpo
di scena: l’ufficiale è commosso dalla loro giovane età e dalla inspiegabile
serenità. “Avete un segreto?”. Morale della favola, anche lui chiede il
battesimo
Naturalmente
Almacchio va su tutte le furie e fa
uccidere i due giovani e il corniculario, cui segue la confisca dei beni.
A Cecilia
viene intimato di presentarsi in tribunale. Due littori vanno a prelevarla a
casa e, ancora una volta, colpo di scena. Incantati dalla casta bellezza di Cecilia
e dalla sua straordinaria sapienza, sono conquistati alla fede cristiana. Papa
Urbano viene chiamato in fretta nella casa di Cecilia, dove i littori hanno radunato
anche le loro famiglie e tutti ricevono il battesimo.
Cecilia si presenta in tribunale. Almacchio, temendo una esecuzione in pubblico, ordina di ricondurla a casa, di chiuderla nel calidarium, portandolo a massimo la temperatura, così che muoia soffocata. Naturalmente dopo un giorno e una notte nella quale sarebbe dovuta morire arrostita, le guardie la trovano fresca come una rosa. Non rimane che tagliarle la gola con un colpo di spada.
Viene
sepolta addirittura vicino alle tombe dei vescovi di Roma,
Papa Pasquale I (sono già passati quasi sei
secoli) ebbe una apparizione da parte della Santa che gli indicò il punto
esatto dove era conservato il suo corpo, il quale non era più stato ritrovato.
Il primo nucleo della basilica fu dunque eretto nel IX secolo d.C. voluto dal
Papa Pasquale I, subito dopo il ritrovamento del corpo della Santa nelle
catacombe di S. Callisto.,
Nel 1599 il cardinale Paolo Emilio Sfondrati fece
riesumare il corpo di S. Cecilia, che fu ritrovato in ottimo stato di
conservazione.
Il corpo, esposto per un mese alla venerazione
dei fedeli "sopra un ricchissimo talamo, in una stanza munita di grosse
inferriate e vigilata continuamente dalla Guardia Svizzera e per impedire la
folla di carrozze furono sbarrate tutte le strade di Trastevere"
La statua di Stefano Maderno la riproduce l’esatta
posizione in cui fu ritrovato il corpo della Santa di fronte all'altare e
riprodotta nella medesima posizione in cui fu ritrovata: è interessante
osservare la posizione delle dita che indicano la Trinità.
Non è una storia meravigliosa?
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