“Tu
sai che coi Vangeli pecchiamo sempre d’omissione, che bisogna averli riletti
per poter dire d’averli letti”.
Questa
sentenza che Mario Pomilio affida a Paolo Settimio Secondo, monaco nel cenobio
di Vivario, in Calabria, vale per tanti altri libri.
A cominciare
proprio dal capolavoro di Pomilio, Il quinto evangelio.
L’aveva
letto quando apparve nel 1975, ma poter dire d’averlo letto… bisogna che lo
rilegga. Ed è quello che sto facendo in questi giorni.
È l’antica
storia della ricerca appassionata di ciò che si brama trovare, ma che sempre
sfugge ad ogni ricerca, come l’arca perduta, il sacro graal… Qui si tratta del
codice del Quinto Vangelo, di cui appaiono tracce disseminate qua e là, ma su
cui non si riesce a mettere mano.
È un
libro che non si trova perché non c’è, ma che si vuole che esista perché – come
scrive l’immaginario professore Peter Bergin, anima del romanzo di Pomilio – esso
rappresenta “una delle costanti dell’anima cristiana, il suo continuo esitare
tra una verità rivelata e l’attesa d’una verità che debba ancora manifestarsi;
o, se preferisce, tra la fedeltà alle fonti della Parola rivelata e quell’impulso
per il quale ogni ritorno alle fonti si risolve, non so come, in uno scatto in avanti,
in una crescita del Messaggio. Perché il quinto vangelo, leggenda o realtà, ha rappresentato
in ogni caso il versante della speranza, è la Parola che si rinnova, la verità
in espansione, il bisogno che prova ciascuna generazione di rintracciare – o d’elaborare
– da capo un suo vangelo… è lo Spirito che si cerca”.
Il
quinto vangelo! È quello che si scrive ogni giorno, è il vangelo sempre nuovo,
che diventa vita.
“Ciò
che facciamo in parole e in opera
-
leggiamo, secondo la finzione letteraria, in un anonimo fiammingo del XV secolo
–
è l’evangelo
che si sta scrivendo”.
E
nel Liber imaginum di Gioacchino da Fiore: “Il quinto vangelo è l’Evangelo
eterno che costoro stanno scrivendo e non cesserà d’essere scritto fino all’ultima
rivelazione”.
Riscrivere
il Vangelo con la vita: l’anelito d’ogni generazione cristiana.
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