Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita (Lc 21, 5-19)
Il
lungo viaggio ha portato finalmente Gesù a Gerusalemme, dove si erge maestoso
il tempio, gloria e orgoglio del suo popolo.
Mentre
i discepoli lo ammirano Gesù ne annuncia la distruzione, simbolo della fine di
tutte le cose.
Anche
noi siamo circondati da cose belle, che vorremmo possedere per sempre.
Eppure
tutto passa.
Cosa
resterà?
Quanto
avremo amato: resteranno
i frutti buoni che saranno spuntati dal nostro vivere quotidiano.
Poco
prima di intraprendere il grande viaggio che lo porterà a Gerusalemme, Gesù,
sempre nel Vangelo di Luca, aveva raccontato la parabola del seminatore e aveva
terminato parlando dei frutti che rimangono: «Il
seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola
con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro
perseveranza» (8, 15).
Nel
Vangelo di oggi ritroviamo la stessa parola: «Con la vostra perseveranza
salverete la vostra vita».
Pazienza,
costanza, perseveranza, la forza instancabile che tiene saldi nelle difficoltà
di ogni giorno, e ci spinge ad andare avanti
sempre, con coraggio, con fedeltà, anche quando e soprattutto quando il cammino
si fa difficile.
Senza
mai scoraggiarsi.
La
perseveranza nasce dalla speranza, dalla fiducia in Dio che viene in aiuto e
sostiene, sempre, egli che è il “Dio della perseveranza” (Rm 14, 5): è
perseverante, non si arrende mai, continua a sperare, e infonde speranza, fiducia,
pazienza, perseveranza.
Possiamo
perseverare soltanto grazie alla sua perseveranza: ci vuole bene davvero.
La perseveranza si nutre dunque di fiducia e si trasforma in abbandono sicuro nelle mani di Dio.
La perseveranza si nutre dunque di fiducia e si trasforma in abbandono sicuro nelle mani di Dio.
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