Parlavamo di una lettura in comune, l’ultimo libro di Kapuscinski, In
viaggio con Erodoto, quando lei mi fa: “Anche tu potresti scrivere un libro
dei tuoi viaggi”. “L’ho già scritto, ma sta nel cassetto”. Mi convince a
dargli almeno una parte dei racconti, dal 1997 al 2003. Li legge e si entusiasma (è
facile a entusiasmarsi). Ne fa anche una scelta. Non solo, mi scrive le
sue impressioni. A questo punto il libro è pronto: Incontri. In viaggio per il
mondo. 1997-2003. Naturalmente le impressioni di Pina Donato ne sono la
presentazione.
Come al solito, rigorosamente Limited edition!
Ed ecco
la presentazione:
C’era una volta il confine
Da
tempo penso che un giorno vorrei poter leggere una storia che inizi proprio
così: C’era una volta il confine… Una sto-ria che non fosse fiaba, ma
racconto reale di come per molti, troppi anni abbiamo concepito il confine come
un limite, una convenzione tra popoli e troppo spesso anche tra singole persone,
provvisoria e instabile, a volte finta. Il confine costituito quasi per essere
abbattuto dall’inarrestabile evolversi delle lingue, delle culture e i
linguaggi che riguardano popolazioni sempre più multilingue oltre che
dall’emergere delle più svariate e vere identità.
In
questo racconto vorrei poter leggere di come le perso-ne, i popoli, ridanno
senso e contenuto al significato originario del cum-finis, finire
con… qualcuno. Stare insieme e perciò in-contrarsi, magari apprezzarsi
vicendevolmente, godendo delle rispettive diversità e degli altrui traguardi.
Potrebbe essere un racconto o più racconti che ridonano finalmente respiro al limes,
che nella sua radice ha lo stesso significato di soglia, costruita per
essere attraversata e venirsi incontro. Allo stesso modo si racconterebbe della
frontiera, come specchio e riflesso di cosa e di chi ci vive di fronte,
completando e arricchendo la nostra.
Vorrei
leggere finalmente del “sesto continente”, che or-mai sappiamo formato da circa
250 milioni di persone, come valore, ricchezza e non minaccia o semplicemente
mondo estraneo agli altri “vecchi” cinque continenti che la geografia
tradizionale ci fa conoscere. Uomini, donne e bambini che quotidianamente, per
le più innumerevoli ragioni, negli ultimi an-ni, camminano e vanno già oltre
confine e frontiera per le più svariate motivazioni, e vivono o sperano di
vivere con dignità in un paese che non è il loro di origine, e così ci stanno
pian piano
educando ad aprire i nostri ristretti spazi di accoglienza!
Immersa
nella mia fantasia e nel mio sogno, penso sarebbe proprio magnifico che la
storia o le storie che desidero leggere su C’era una volta il confine,
fosse scritta non su un libro comune, ma su un taccuino. Uno vero! Magari
scritto dal reporter artista o intellettuale che girando il mondo, di frontiera
in frontiera annotasse nel suo bel rettangolo di fogli, rilegati con un vecchio
pezzo di cuoio consumato, scrivesse e disegnasse non solo dei fatti, ma dei
volti, dei paesaggi, delle ani-me e della sua anima. Un taccuino nel quale le
idee, le immagini e le emozioni trovassero libero accesso nei disegni e nelle
foto del suo stesso autore, lasciati lì per lui e per chi con lui, vo-lesse per
sempre fissare lo sguardo appunto oltre le frontiere varcate.
Ma
dove mai, mi dicevo, lo troverò? Un taccuino di sto-rie che mi parli non solo
di persone e paesaggi ma che rifletta la luce del divino che passo dopo passo,
persona dopo perso-na, frontiera dopo frontiera ha incontrato e che,
inevitabilmente ha portato con sé, costruendo un’unica sconfinata comunità…
Forse chiedo troppo?!
E
quando quasi non ci pensavo più ho letto i tuoi Incontri. In viaggio per il
mondo, che hai scritto e immagino pubblicati di volta in volta tra il 1997
e il 2003. Incontri di terra per raccontare il Cielo.
Non
posso dire la gioia e un po’ “l’ubriacatura” mentre in pochi giorni ho
incontrato i luoghi e le persone che tu hai vi-sto invece in sei anni! Questi
articoli che sono stati scritti nel tempo li ho letti tutti insieme, di colpo:
in poche ore sono “saltata” da un continente all’altro senza quasi rendermi
conto che sì, lo avevo trovato il “taccuino” immaginato. Trovando molto di più
di quello pensato! Nei tuoi incontri c’è molto più del superare il confine e la
frontiera perché c’è un autentico spirito di frontiera, il ritmo gioioso
e tenace di chi va per donare la Vita.
Pina Donato
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