La scritta è chiara: “re dei Giudei”.
Oggetto di derisione da parte dei soldati: “Se sei re…”.
Uno solo prende sul serio quella scritta, un criminale.
Fa la più bella preghiera: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno»
Ottiene la più bella promessa: «Oggi sarai con me in Paradiso».
Oggi non celebriamo la festa di Gesù re dei Giudei, troppo poco.
Celebriamo la festa di Gesù re universale.
Che è come dire: Gesù servo universale.
È un re che dà la vita per il suo popolo, partendo dall’ultimo dei suoi
“sudditi” (= sotto-messo), che non è più tale ma un “compagno” (= com-panis,
che mangia il pane insieme): entrano insieme in Paradiso e mangiano insieme al
banchetto del cielo.
Che rivoluzione ha portato Gesù!
Ognuno di noi può essere re se è servo.
Alla fine tutti pari, a tavola uno accanto all’altro: il Regno di Dio!
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