venerdì 15 novembre 2019

Condividere i doni


Sono alle prese con un altro libro: Condividere i doni.
Questa sera cosa posso condividere sul mio blog?
Forse l’inizio del libro…

«Tutti facciamo il nostro ingresso nella Chiesa come laici. Il primo sacramento, quello che suggella per sempre la nostra identità, e di cui dovremmo essere sempre orgogliosi, è il battesimo. Attraverso di esso e con l’unzione dello Spirito Santo, (i fedeli) “vengono consacrati per formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo” (Lumen gentium, n. 10). La nostra prima e fondamentale consacrazione affonda le sue radici nel nostro battesimo. Nessuno è stato battezzato prete né vescovo. Ci hanno battezzati laici ed è il segno indelebile che nessuno potrà mai cancellare. […] Siamo, come sottolinea bene il Concilio Vaticano II, il Popolo di Dio, la cui identità è “la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio” (Lumen gentium, n. 9)».
Papa Francesco, in questa Lettera al cardinale Marc Ouellet presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina (19 marzo 2016), ricorda una verità elementare. La Chiesa, prima di essere articolata nella pluralità delle vocazioni, dei ministeri, dei carismi, degli ambiti territoriali, è l’insieme dei fedeli, uniti attorno al Cristo grazie al battesimo, la dignità più alta e più santa, che ci rende figli di Dio, partecipi della natura divina. Insieme costituiamo l’unico popolo di Dio, fratelli e sorelle tra di noi, corpo mistico di Cristo, di cui tutti siamo membra. (…)
Nella Chiesa le vocazioni, i ministeri, i carismi sono diversissimi, ma tutti operano per la stessa causa, l’avvento del Regno di Dio. Lo Spirito, sempre creativo, suscita i doni più vari e nello stesso tempo li unifica nell’amore. (…)
Soltanto la coscienza di essere popolo con il popolo, può esorcizzare da quella che Papa Francesco definisce «una delle deformazioni più grandi […], il clericalismo», quell’atteggiamento di superiorità o comunque di distanza dai fedeli». (…)
È dunque quanto mai urgente ricordarci e ricordar che il popolo di Dio è unico nella molteplicità delle sue componenti e che è composto nella quasi totalità da donne e uomini “laici”, da battezzati, da figlie e figli di Dio in cammino verso la santità e animati dalla medesima missione. Soltanto una infinitesima parte è costituita da ministri e persone che scelgono di vivere una forma di vita consacrata e che questa parte di popolo – perché è popolo come e con gli altri – ha il compito prezioso e insostituibile di vivere un particolare servizio all’interno dell’intero popolo di Dio, condividendone il cammino con le gioie, le prove, le difficoltà, i successi.

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