Sono alle prese con un altro
libro: Condividere i doni.
Questa sera cosa posso
condividere sul mio blog?
Forse l’inizio del libro…
«Tutti facciamo il nostro
ingresso nella Chiesa come laici. Il primo sacramento, quello che suggella per
sempre la nostra identità, e di cui dovremmo essere sempre orgogliosi, è il
battesimo. Attraverso di esso e con l’unzione dello Spirito Santo, (i fedeli) “vengono
consacrati per formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo” (Lumen
gentium, n. 10). La nostra prima e fondamentale consacrazione affonda le
sue radici nel nostro battesimo. Nessuno è stato battezzato prete né vescovo.
Ci hanno battezzati laici ed è il segno indelebile che nessuno potrà mai
cancellare. […] Siamo, come sottolinea bene il Concilio Vaticano II, il Popolo
di Dio, la cui identità è “la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore
dei quali dimora lo Spirito Santo come in un tempio” (Lumen gentium, n.
9)».
Papa Francesco, in questa Lettera al cardinale
Marc Ouellet presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina (19 marzo 2016), ricorda
una verità elementare. La Chiesa, prima di essere articolata nella pluralità
delle vocazioni, dei ministeri, dei carismi, degli ambiti territoriali, è l’insieme
dei fedeli, uniti attorno al Cristo grazie al battesimo, la dignità più alta e
più santa, che ci rende figli di Dio, partecipi della natura divina. Insieme
costituiamo l’unico popolo di Dio, fratelli e sorelle tra di noi, corpo mistico
di Cristo, di cui tutti siamo membra. (…)
Nella Chiesa le
vocazioni, i ministeri, i carismi sono diversissimi, ma tutti operano per la
stessa causa, l’avvento del Regno di Dio. Lo Spirito, sempre creativo, suscita
i doni più vari e nello stesso tempo li unifica nell’amore. (…)
Soltanto la coscienza
di essere popolo con il popolo, può esorcizzare da quella che Papa Francesco
definisce «una delle deformazioni più grandi […], il clericalismo», quell’atteggiamento
di superiorità o comunque di distanza dai fedeli». (…)
È dunque quanto mai
urgente ricordarci e ricordar che il popolo di Dio è unico nella molteplicità
delle sue componenti e che è composto nella quasi totalità da donne e uomini “laici”,
da battezzati, da figlie e figli di Dio in cammino verso la santità e animati
dalla medesima missione. Soltanto una infinitesima parte è costituita da
ministri e persone che scelgono di vivere una forma di vita consacrata e che
questa parte di popolo – perché è popolo come e con gli altri – ha il compito
prezioso e insostituibile di vivere un particolare servizio all’interno dell’intero
popolo di Dio, condividendone il cammino con le gioie, le prove, le difficoltà,
i successi.
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