«Ascoltatemi
tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui,
possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro»
(Mc 7, 1-8.14-15.21-23).
Scribi
e farisei si sentono protetti da un ritualismo che dà sicurezza, da
ripetizione di formule già pronte, da una tradizione intangibile: «Si è sempre
fatto così». Si sentono a posto, si salvano da soli perché hanno compiuto il
loro dovere. Eppure sapevano che Dio, per bocca del profeta Osea, aveva detto:
«Voglio l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti»
(Os 6, 6).
Tu
riporti ogni norma al suo contenuto più profondo. La legge ha senso soltanto se espressione dell’amore e in vista del
compimento dell’amore. Esige creatività sempre nuova e sincerità dei
gesti, così da scoprire i modi più veri per attuare un amore e un dono di sé
che non possono essere sempre uguali, che domandano di adattarsi alle
situazioni e alle persone sempre diverse. Non hai imposto la tua parola come
una legge, ma l’hai deposta nel cuore dei discepoli come un seme che deve
germogliare e portare frutto.
Non
sei venuto a perfezionare una religione e neppure a crearne una nuova, ma a
portare Dio stesso tra noi. La nostra
religione è una persona, sei tu. Per questo non aspetti da noi un insieme di
riti, ma una fede, il rapporto personale con te. Un rapporto autentico,
sincero, fatto non di formule – «Signore, Signore» –, ma di attuazione del
volere del Padre così come tu ce lo riveli e dell’amore per i fratelli, perché
questo è il volere del Padre verso i suoi figli.
Anche
a noi, per ritenerci giusti, non basta una liturgia ben fatta, andare a messa
la domenica, espletare pratiche di pietà, partecipare a manifestazioni
religiose, rispettare le tradizioni. Le parole seminate in cuore nel giorno del
Signore devono fruttare lungo tutta la settimana; l’incontro avvenuto in chiesa
con Dio deve protrarsi nell’incontro con gli altri negli abituali ambienti di
lavoro e di vita.
Dal
cuore, ossia dalla coscienza, dal centro delle decisioni
e delle scelte fondamentali che guidano la nostra vita, deve fiorire la
misericordia che sa perdonare le offese, l’onestà che non si lascia corrompere
dai compromessi, il servizio che fa agli altri ciò che piacerebbe ricevere da
essi, la creatività per migliorare l’ambiente di lavoro, di studio, la
politica, la vita di famiglia. È quello che esce dal cuore che conta: saremo giudicati
sull’amore.
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