In quel tempo, Giovanni
disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e
volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo
impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito
possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi» (Mc
9, 38-48).
«Fuori della Chiesa non c’è
salvezza». Quanta irritazione per questa affermazione che sembra escludere
tanti dalla via del cielo. Com’è possibile che chi non è nella Chiesa non si
salvi? Ci si ribella davanti a una proposizione che sembra tanto assurda e
terribile. La difficoltà viene dal fatto che non ci è chiaro cosa sia la
Chiesa.
Prima di essere un’istituzione,
la Chiesa è semplicemente Gesù, presente e vivo nella nostra vita, nella nostra
storia. Dove è il Signore, il Salvatore, lì è il suo corpo, la Chiesa, nostra
salvezza. Dove egli non è presente la Chiesa non è più, anche se ne rimangono
le strutture, svuotate della sua realtà. Una presenza, quella di Gesù e quella
del suo corpo la Chiesa, che in noi è più o meno vera, più o meno profonda, a
secondo della nostra accoglienza e adesione.
È dunque vero che fuori della Chiesa non c’è salvezza, a patto che
si comprenda quali ne sono i confini. Per Giovanni erano molto
angusti, limitati a quelli che seguivano il Maestro. Gesù gli dilata il cuore:
«chi non è contro di noi è per noi». Il settarismo è sempre in agguato
nell’opposizione tra “nostri” e gli “altri”, tra “noi” e “loro”. Il nostro
cerchio è naturalmente il detentore della salvezza! I confini della Chiesa sono
quelli raggiunti dal sangue versato da Cristo, sono i confini della salvezza
che egli ha operato.
Quanto lavoro da compiere, Gesù, per dilatare i nostri cuori sui
confini del tuo, che non conosce confini. Sei venuto per ogni
uomo e vuoi che ogni uomo sia salvo. Hai dato la vita per tutti, perché tutti
abbiano la vita. In ogni persona, d’ogni tempo, d’ogni latitudine, d’ogni
cultura e popolo, hai deposto un germe di vita, il seme della tua Parola. Ti
sei seminato in ogni cuore. Il tuo amore ha raggiunto gli estremi confini della
terra. A tutti sei arrivato, a tutti ti sei donato.
Occorrerà il calore del mio
amore, perché tu possa germogliare in ogni cuore, fino a pienezza? Ma allora
non potrò più considerare l’altro come un estraneo, qualcuno “fuori”
dall’ambito della tua presenza e salvezza.
In ogni cultura, in ogni
religione, in ogni cuore dovrei saper riconoscere te, anche se più o meno
nascosto, e il bene che vi hai diffuso. In punta di piedi davanti a ognuno,
perché tu l’hai amato. E gioire e godere di tutto ciò che è bello, buono,
giusto, da qualunque parte sbocci, senza invidie, senza gelosie, perché tutto è
tuo, tutto è nostro.
La pietra preziosa che hai
deposto in tanti cuori è forse coperta di fango, nascosta, ma c’è. Sono io che
non so vederla.
[...]Sei venuto per ogni uomo e vuoi che ogni uomo sia salvo. Hai dato la vita per tutti, perché tutti abbiano la vita. In ogni persona, d’ogni tempo, d’ogni latitudine, d’ogni cultura e popolo, hai deposto un germe di vita, il seme della tua Parola.[...]Grazie <Padre Fabio Ciardi. Non ci sono parole, ma solo riflessioni che illuminano la nostra giornata.
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