Il 1° novembre
1950 Pio XII proclamò il dogma dell’Assunta.
Il discorso che
tenne in quella occasione mi sembra di una straordinaria attualità. Ne rileggo
alcuni passaggi
In questo giorno di letizia, da questo squarcio di cielo,
insieme con l'onda dell'angelica esultanza, che si accorda con quella di tutta
la Chiesa militante, non può non discendere sulle anime un torrente di grazie e d'insegnamenti, suscitatori fecondi di rinnovata
santità.
Perciò a così eccelsa creatura Noi
leviamo fidenti gli occhi da questa terra, in questo nostro tempo, tra questa
nostra generazione, e a tutti gridiamo:
in alto i cuori!
Alle tante anime
inquiete ed angosciate, triste retaggio di
una età sconvolta e turbolenta, anime oppresse ma non rassegnate, che non
credono più alla bontà della vita e solo ne accettano, quasi costrette,
l'istante, l'umile ed ignorata fanciulla
di Nazaret, ora gloriosa nei cieli, aprirà visioni più alte, e le conforterà
a contemplare a quale destino e a quali opere fu sublimata Colei, che, eletta
da Dio ad essere Madre del Verbo incarnato, accolse docile la parola del
Signore.
E voi, più particolarmente vicini al Nostro cuore, ansia
tormentosa dei Nostri giorni e delle Nostre notti, sollecitudine angosciosa
d'ogni nostra ora, voi, poveri, malati,
profughi, prigionieri, perseguitati, braccia senza lavoro e membra senza tetto,
sofferenti di ogni genere e di ogni paese; voi a cui il soggiorno terreno
sembra dar solo lacrime e privazioni, per quanti sforzi si facciano e si
debbono fare, affine di venirvi in aiuto, — innalzate lo sguardo verso Colei, che prima di voi percorse le vie
della povertà, del disprezzo, dell'esilio, del dolore, la cui anima stessa
fu trafitta da una spada ai piedi della Croce, ed ora fissa non titubante
l'occhio nell'eterno lume.
A questo mondo
senza pace, martoriato dalle reciproche diffidenze, dalle divisioni, dai
contrasti, dagli odi, perché in esso è
affievolita la fede e quasi spento il senso dell'amore e della fraternità in
Cristo, (…) non Ci stanchiamo di rammentare che nulla mai deve prevalere sul
fatto e sulla consapevolezza di essere tutti
figli di una medesima Madre, Maria, che vive nei cieli, vincolo di unione per
il Corpo mistico di Cristo, quale novella Eva, e nuova madre dei viventi,
che tutti gli uomini vuol condurre alla verità e alla grazia del suo Figlio
divino.
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