mercoledì 29 agosto 2018

Voglio mandarvi tutti in Paradiso



In una notte del luglio 1216, mentre se ne stava in ginocchio innanzi al piccolo altare della Porziuncola, vide all’improvviso uno sfolgorante chiarore. Seduti in trono, circondati da uno stuolo di angeli, apparvero, in una luce sfavillante, Gesù e Maria. Il Redentore gli chiese quale grazia desiderasse per il bene degli uomini. S. Francesco rispose: “Poiché è un misero peccatore che Ti parla, o Dio misericordioso, egli Ti domanda pietà per i suoi fratelli peccatori; e tutti coloro i quali, pentiti, varcheranno le soglie di questo luogo, abbiano da te o Signore, che vedi i loro tormenti, il perdono delle colpe commesse”.
“Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.
Alle prime luci dell’alba, quindi, Francesco, prendendo con sé solo frate Masseo di Marignano, si diresse verso Perugia, dove allora si trovava il Papa, Onorio III. Francesco chiese l’indulgenza plenaria, riservata soltanto per i Crociati.
Nonostante l’opposizione della Curia, il pontefice gli accordò quanto richiedeva.
E qualche giorno più tardi insieme ai vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, Francesco disse tra le lacrime: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso”.


Con la comunità del Movimento in Umbria
Oggi pomeriggio, interrompendo i lavori della Scuola Abbà, abbiamo rievocato questo evento visitando la Purziuncola a Santa Maria degli Angeli.
Siamo poi stati nel focolare, proprio sulla piazza della basilica, dove era radunata la piccola comunità locale. Assieme abbiamo vissuto un intenso momento di comunione. È stato così bello e profondo che alla fine, ascoltando le impressioni dei presenti, mi è sembrato di vedere attuato il desiderio di san Francesco: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso”. Davvero eravamo in Paradiso!

Già la mattina era iniziata con la celebrazione della messa sulla tomba di san Francesco e con la visita del sacro convento. C’era con noi un Francesco vivo, che aveva il volto di p. Mario e di p. Alfio.


Messa alla tomba di san Francesco
È poi continuato il consueto lavoro della Scuola Abbà, ormai segnato da questa presenza carismatica di san Francesco. La decisione di vivere questi momenti di studio ad Assisi era motivata da motivazioni contingenti. Non avremmo mai pensato che fosse condizionata in maniera così decisiva e positiva dal carisma francescano. Leggiamo san Francesco alla luce del carisma dell’unità e il carisma dell’unità alla luce del carisma francescano: si illuminano e si arricchiscono reciprocamente. È un’autentica esperienza di Chiesa, dove si fa a gara nello stimare il dono dell’altro e, così facendo, si cresce nella comprensione della propria identità.


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