L’episodio è raccontato da Antonio Frati nel suo Caterina de’ Ricci, la santa di Prato:
«Dopo la comunione Caterina se ne stava ritirata nella
sua cella intrattenendosi, come al solito, davanti al crocifisso che aveva
portato in convento da casa, e che teneva appeso alla parete, sopra l’inginocchiatoio.
Ad un tratto il piccolo corpo pendente dalla croce si anima: Gesù stacca le
mani dai chiodi allunga le braccia e si protrae verso di lei. Essa subito gli
si fa incontro e lo sostiene con le sue mani, ricevendo un affettuoso
abbraccio. La scena è veduta anche dalla sottopriora, Maria Maddalena Strozzi,
che era, come sappiamo, la custode della Sabra e che poi riferirà tutto
minutamente nella sua cronaca. L’abbraccio è veduto anche da altre».
Caterina ricevette anche una richiesta: che le suore ricordassero quell’abbraccio portando il Crocifisso in processione per tre volte pregando per la conversione dei peccatori.
Anche quest’anno, il coro delle Domenicane si è riempito
di persone che assieme hanno percorso i corridoi del monastero portando il
Crocifisso e pregando.
Tempo di ferie: tempo per fare memoria.
Fare memoria: ossia rivivere quell’abbraccio, oggi.
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