Il mio prolungato soggiorno sull’Aventino mi dà modo di
ripercorrere con calma gli inizi della vita cristiana a Roma. A pochi metri
dalla casa dove abito c’è Santa Prisca, una chiesta all’apparenza modesta, con
la facciata barocca, conserva ancora un’impostazione basilicale, che risale
forse al III secolo. Ma si può andare ancora indietro nel tempo e andare a una
delle prime “chiese domestiche” del cristianesimo romano, la casa di Priscilla
e Aquila, compagni di san Paolo. La tradizione vuole che qui san Pietro abbia
battezzato Prisca, la loro figlia. Si indica anche un capitello usato da Pietro
come fonte battesimale, ancora in uso per i battesimi, oggi sormontato da un
bronzetto con Giovanni che battezza Gesù.
Simpatica la pala d’altare dove Pietro battezza Prisca
seguendo attentamente le indicazioni del libro liturgico (certamente secondo il
rito romano approvato dalla congregazione per il culto!)
Da qui, seguendo il Tevere, si giunge al ghetto al quartiere
Renula in un quarto d’ora. Era tutta una zona commerciale, lungo il fiume, dove
erano acquartierati gli ebrei del primo secolo e dei secoli precedenti, il
luogo più probabile quindi del soggiorno romano di Pietro e Paolo.
Sono insomma in compagnia dei primi testimoni della
fede, nei luoghi dove è nato il cristianesimo romano. E pensare che ne siamo
gli eredi…
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