Maria Maddalena de’ Pazzi racconta: «Io vidi che Gesù si era congiunto in stretta unione con
la sua Sposa. Aveva poggiato il capo sul capo della sua innamorata, gli occhi
su quelli di lei, la bocca, le mani, i piedi, le membra tutte su quelle di lei,
cosicché la Sposa era divenuta una cosa sola con lui, voleva tutto ciò che
voleva lo Sposo, vedeva e gustava tutto ciò che vedeva e gustava lo Sposo… E
allorquando l’anima posa il capo sul capo di Gesù, non può più volere altro che
unirsi a Dio e bramare che Dio si unisca a lei».
Ho riportato questa frase di santa Maria Maddalena de’ Pazzi
nel libro Dove sei? Mi sono chiesto “dove fosse” questa frase, ma non ho saputo
darmi risposta. L’avevo letta chissà quando e chissà da quale parte. L’ho riportata
comunque perché ero sicuro che fosse proprio di lei. Me l’ha adesso confermato Bruno
Secondin, il massimo conoscitore della mistica fiorentina. La frase si trova
nei Quaranta
Giorni, dai manoscritti originali (ed. 1960)
pp. 121s; nella nuova edizione delle Opere (Feeria 2016), p. 41s.
Maria Maddalena de’ Pazzi, oggi è la sua festa.
Ma oggi è anche la festa della Madonna di san Luca, a Bologna, dove andai in pellegrinaggio per la prima volta a 4 anni.
Anche la festa di san Gregorio VII (la via parallela a quella
dove vivo è intitolata a lui!), mirabilmente narrato da Igino Giordani nel
romanzo La città murata.
È anche la festa di Beda il Venerabile, antico ricordo degli
studi di storia, come pure di Sofia Barat, contemporanea e amica di sant’Eugenio
de Mazenod…
Ogni mattina presto, mentre scendo le scale per andare in
cappella, scorro l’email che mi dice le decine di santi che si commemorano
durante il giorno: una piccola passeggiata in Paradiso che mi ricorda che lassù
tanti fanno il tifo per me, come leggiamo nella Lettera agli Ebrei: “circondati da tale moltitudine di testimoni… corriamo con
perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su
Gesù…”.
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