Non sia turbato il vostro cuore… Vado a prepararvi un posto.
Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò
con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete
la via. (Gv 14, 1-12)
I discepoli sono turbati. Sanno che Gesù sta per lasciarli
e questo li agita. Sanno che la morte è ormai alle porte e questo li sconvolge.
Gesù stesso, uomo come noi, davanti alla croce, ha provato il più umano dei
sentimenti: la paura, quella che affiora in mille modi lungo la nostra
esistenza, dal bambino quando si trova al buio o solo o si smarrisce, all’adulto
quando perde ogni sicurezza o si trova davanti alla morte. Quante paure,
ansietà, angosce si celano dietro le superficiali effimere sicurezze ostentate
da una società forzatamente sorridente e spavalda.
Più che la certezza della morte – per i discepoli come per
noi – affligge l’incertezza del domani: che ne sarà di noi? Per questo, nel Vangelo
di oggi, come in tanti altri passi, Gesù ripete: “Non sia turbato il vostro cuore,
non abbiate paura” e ci assicura sul nostro futuro.
Il domani è nelle sue mani e in quelle del Padre –
sono una cosa sola – perché dunque affannarci per cosa mangeremo, per come
vestiremo…? Ci chiede soltanto di avere fede in Dio, che è attento ad ogni
nostra necessità, provvido, Amore.
È soprattutto sul futuro più lontano, quello che
ci attende al termine del nostro viaggio terreno, che oggi Gesù ci rassicura. C’è
una casa pronta per noi, nell’orizzonte dei cieli nuovi e della terra nuova, un
Padre che ci attende assieme alla sua e nostra grande famiglia dei figli di
Dio. Possiamo già pregustare la festa del cielo, dove il posto è già prenotato!
Gesù ci fa già intravedere il Padre e il cielo e quello che sarà il nostro
posto. Più vera della morte sarà la vita: avremo il Signore, che è la vita e la
pienezza della nostra vita. Dov’è più lo spaesamento, l’orfanezza, la
solitudine, l’insicurezza? Non ce n’è più ragione di temere, né per l’oggi né
per il domani. Siamo nelle sue mani, al sicuro.
E se a volto lo sentissimo lontano, assente,
dovremmo pensare che proprio allora, più che mai, egli si sta prendendo cura di
noi: se ne sei semplicemente andato a prepararci il posto!
Ci chiede soltanto di credere, di abbandonarci con
fiducia alla tua cura premurosa. Basterà percorrere la sua via, accogliendo la sua
parola, fino a lasciarlo vivere in noi, fino a diventare Lui. Saremo così nella
via stessa, in Lui che è la Via, e ci lasceremo condurre nel seno del Padre,
dove egli è già e ci attende.
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