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Mons.
Eugenio de Mazenod santo? Per carità!
Il
vicario generale si affrettò a dire: “A Marsiglia mons. de Mazenod è considerato
un eccellente vescovo come ce ne sono molti, ma non proprio un santo da canonizzare.
L’aureola? La grande maggioranza, la totalità dei preti e dei fedeli diranno no”.
Gli
Oblati non si scoraggiarono e si dissero tra di loro: “Quanto alla fama sanctitatis: non è indispensabile
che esista tra i curiali e i loro tirapiedi. Possiamo trovarla e provarla
altrove”.
La
trovarono tra la gente comune. (Mi pare un po’ la stessa cosa con papa
Francesco, oggi).
A differenza
degli ambienti della curia diocesana e di certo clero, le persone aveva una
grande stima del proprio vescovo, lo riteneva un santo, e hanno tramandato
episodi semplice e veri, che glielo facevano sentire particolarmente vicino.
Si raccontava,
ad esempio, di quando Sant’Eugenio andò a presiedere la chiusura della missione
parrocchiale a Auriol e a dare la benedizione solenne sulla piazza principale. Terminata
la cerimonia, una donna venne dietro di lui, ancora rivestito con il piviale e
gli abiti pontificali, batté sulla sua spalla per farlo voltare e gli disse in provenzale:
“Allora, Monsignore, tornate subito a Marsiglia?”. “Certo mia buona donna, dove
volete che vada”. “Dunque, non la fareste una commissione per questa povera
vecchia?”. “Certo, perché no”. Già il vicario generale e il parroco si erano
avvicinati per convincere la donna importuna a tornare in un altro momento. Ma
Monsignore insistette: “Lasciatela stare. Dì pure la tua commissione, mia cara
figlia, e non ti curare di loro”. “Laggiù a Marsiglia mio figlio è in ospedale,
e non mi dà notizie di sé e le strade sono difficili per andare a vederlo. Non potreste
prendervi il tempo per farmi sapere come sta?”. “Ve lo prometto, cara donna; mi
incarico io stesso di andare a prendere notizie di vostro figlio”. È quello che
fece appena tornato. Nelle visite pastorali si accollava anche le commissioni
delle buone massaie per i figli soldati a Marsiglia.
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