Sabato
scorso la notte dei musei mi ha regalato la mostra sul Pintoricchio ai Musei
Capitolini. Nel 2011 a Chiusi della Verna avevo visto il “Gesù Bambino delle
mani”, frammento di un affresco che papa Alessandro VI aveva fatto dipingere
nella sua stanza. L’ho rivisto adesso in questa nuova esposizione, con accanto –
ed è la prima volta che appare in pubblico – anche la Madonna che lo sorregge. La
tradizione, frutto dei soliti pettegolezzi, ha sempre tramandato che quella
Madonna fosse il ritratto dell’amante del Papa. Questo ha fatto sì che il
quadro fosse distrutto, salvando però, distintamente, Madre e Bambino. Soltanto
all’inizio del 2000 i due quadri sono stati riconosciuti come parte dell’unico
dipinto da cui manca, per sempre papa Borgia.
Una copia
di quel quadro eseguita prima della distruzione, mostra infatti Alessandro VI
in ginocchio davanti al Bambino, di cui tocca un piedino, e da cui riceve la
benedizione, quasi l’investitura pontificia.
Il
confronto con altre immagini di Madonne del Pintoricchio lasciano capire l’infondatezza
della tradizione maligna: quella non è Giulia Farnese, ma proprio una stilizzata
astratta Madonna, di una bellezza certamente superiore a quella di Giulia. La
leggenda, che ha portato alla distruzione dei quadro, pur salvando i due frammenti
preziosi, è completamente sfatata.
Chissà
che la contemplazione quotidiana di quell’immagine sacra non abbia qualche volta
faccio breccia nel cuore di quel povero Papa…
A me è
piaciuto contemplarli e m’hanno toccato il cuore. Sono due piccoli gioielli,
che da soli valgono una mostra. Piacerebbe anche a me averli accanto al letto… Almeno la riproduzione del Bambino l’ho
tenuta per un anno intero!
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