Mi chiamano ad
incontrare una minuscola comunità a Trastevere, in via dei Vascellari (dove una volta c’erano
i vasai, che producevano appunti i “vaselli”). Entro dal portone del grande
palazzo e all’interno, come spesso capita, eccomi tra scale consumate, anditi
angusti, appartamenti con poca luce. Fin quando vengo introdotto nel piano
nobile, che si spalanca in splendide sale. Ma dove sono?
Nella casa dove visse e morì Francesca Bussa, santa Francesca
Romana, detta "Ceccolella". Si sposò a soli 12 e venne a vivere qui con
marito, suoceri e la famiglia del cognato. Tre figli, dei quali uno solo
sopravvisse. Il palazzo divenne un ritrovo per poveri ed affamati che Francesca, assieme alla cognata, accudiva attirandosi l’ira della famiglia. Dopo aver fondato le Oblate
di Monte Oliveto a Tor de’ Specchi – le Oblate di santa Francesca Romana! – nel
1440 fu costretta a ritornare a casa per assistere il figlio malato di peste. Anche lei ne fu contagiata e morì dopo alcuni giorni, il 9 marzo 1440.
Da allora il palazzo ha subito
mille traversie, fino a diventare, nel 1800, un centro di animazione giovanile.
Ci veniva anche il giovane Giovanni Mastai Ferretti, che poi vi tornò più volte
da papa, come Pio IX. Giovanni XXIII venne a dare la comunione a 40 bambini...
Ricordo di essere stato qui, casualmente,
qualche anno fa per assistere ad un concerto di strumenti antichi… ma che fosse
la casa di santa Francesca Romana… In una stanza, dove è morta, c'è il suo
bellissimo crocifisso. Una sala è adibita a cappella, con un dolce quadro di
Maria Madre di Misericordia.
Quante sorprese riserva la nostra bella
Roma.
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