… le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori... Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato (Gv 10, 1-10).
Un pastore, un gregge, un ovile. Sono immagini familiari
anche se, nella nostra società industriale e urbana, è una rarità incontrare un
gregge. L’allegoria del pastore buono e bello, quello vero e autentico, che
instaura un rapporto di mutua conoscenza con le sue pecore e che le ama al
punto da dare la vita per loro, esula ormai dal riferimento storico.
Meno familiare la similitudine della porta. Gesù una porta,
anzi, “la” porta? E per introdurci dove? Forse quanti lo ascoltavano ricordavano
d’aver udito dai loro padri parlare della mitica Babilonia come della “porta
degli dei” (tale è il significato del suo nome), o pensavano alla porta del
tempio in Gerusalemme, che li immetteva al cospetto di Dio. Ma quelli erano
soltanto dei simboli. Quale porta può spalancarsi realmente sul Regno dei cieli,
aprirci il paradiso e introdurci nel seno del Padre?
L’unica porta, l’unica via di comunicazione tra Dio e l’umanità,
è Gesù: tutto è stato fatto per mezzo suo, la grazia e la verità ci sono giunte
suo tramite, Dio si è rivelato ed è sceso grazie a lui. Gesù è Dio che si fa
uomo, dunque la porta attraverso la quale Dio viene a noi. Ed è la via del ritorno, dunque
la porta d’accesso all’Eterno: l’uomo che si fa Dio.
Lo squarcio del fianco aperto dalla lancia del soldato
sulla croce è quasi il simbolo della sua totale apertura che ci consente di
entrare in lui e di ritrovarci in Dio: “Chi vede me, vede il Padre”, proprio
come attraverso una porta spalancata si vede chi è in casa.
Quante vie traverse, quante arrampicate inutili per cercare
una scorciatoia, quanti tentativi maldestri per impossessarci con la forza,
come ladri, della felicità, della pienezza di vita, della salvezza: il
successo, i soldi, il potere, la bellezza, quando non ci si rivolge ai maghi,
agli astrologi, o addirittura alle esperienze esoteriche e sataniche. Si
cercano i passaggi segreti quando la porta è lì, spalancata, davanti a noi!
Che altro ci resta se non entrare? Ossia ascoltare la sua
voce, mettere in pratica la sua parola, seguirlo con docilità e fiducia - e le pecore lo seguono perché conoscono
la sua voce -, fino ad aderire pienamente a lui, fino ad essere altri
Gesù.
Forse anche noi, vuoti di noi stessi come egli si è
svuotato della sua divinità, trasparenti perché puro amore, possiamo sperare di
diventare porta che spalanca il Cielo a quanti incontriamo sul nostro cammino.
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