giovedì 30 marzo 2017

Taccuino - Tutti missionari

  

Oggi non è più come una volta, come all’inizio del secolo [1900] quando le missioni erano qualcosa che riguardava solo alcuni cristiani. C’erano i missionari che erano delegati a compiere questa attività nelle “terre lontane”. Un’attività che restava ai margini della vita ecclesiale, poco inserita nella Chiesa locale.
Oggi la Chiesa, tutta la comunità locale, tutti i cristiani, hanno ormai preso maggiore coscienza che la missione è un fatto che la riguarda in prima persona. Tutta la Chiesa, come sentiamo sempre ripetere, è missionaria.
Perché è nata questa nuova coscienza missionaria? e cosa vuol dire che ogni cristiano è missionario, che tutta la Chiesa è missionaria?
Ci siamo accorti che i cosiddetti paesi di missione non sono più soltanto l’Africa o l’Asia, ma anche la nostra Europa, questa nostra Italia, le nostre città, le nostre borgate.
Tanta gente che ci è vicina, che conosciamo, ha abbandonato Dio, non vuole più saperne della Chiesa, non conosce più Gesù, non sa più cos’è il Vangelo.
Non importa andare molto lontano per trovare gente pagana o gente ancora peggiore dei pagani, perché questa nostra società, volendo fare a meno di Dio, diventa disumana: perdendo Dio perde anche il senso dell’uomo:
- allora ecco il triste spettacolo dei giovani sbandati, drogati, senza lavoro
- le famiglie che si sfasciano con sempre maggiore facilità
- la violenza che diventa un fatto sempre più normale
… non importa continuare l’elenco, basta vedere il telegiornale che è diventato come un bollettino di guerra.

Se ci guardiamo attorno io penso che proviamo gli stessi sentimenti provati da Gesù quando era circondato dalla folla: Ebbe compassione di loro – dice il Vangelo – perché gli sembravano un gregge sbandato senza pastore.
Cosa ha fatto Gesù davanti a queste folle? Le ha amate e ha capito che c’era un modo solo per salvarle: quello di dare la vita per loro.
Il Padre lo ha mandato nel mondo proprio per rinnovare dal di dentro il mondo. “Il Padre ha tanto amato il mondo…”.
Tutta l’umanità è come quella cieca di cui ci parla il Vangelo: Gesù è la LUCE. È venuto in mezzo a noi, si è fatto uomo per stare con noi… Si è fatto uno con noi, in tutto simile a noi.
Non ha avuto paura di entrare in contatto con tutti, buoni e cattivi. Il Padre l’aveva mandato per ogni uomo. Ogni uomo è candidato ad incontrarsi con Cristo, ad essere salvato da lui. Si è talmente messo a nostro servizio per comunicarci la sua luce, che lui si è fatto tenebra per noi.
La missione di Gesù è quindi questa: il Padre lo ha mandato a salvare ogni uomo. Gesù ha compiuto la sua missione mettendosi a servizio di tutti, si è fatto servo, schiavo, fino a dare la vita per noi, perché noi fossimo liberi, avessimo la luce…
 
Noi cristiani, cioè altri Cristo, dobbiamo continuare la missione di Gesù.
Lui è la luce, ma a noi ha detto la stessa cosa: voi siete la luce del mondo.
Poi ha detto: Come il Padre ha mandato me, cos’ io mando voi.
Allora vuol dire che noi dobbiamo ripercorrere le stesse strade che ha percorso Gesù. E potremmo dire: Gesù ama tanto il mondo da mandare ciascuno di noi perché attraverso di noi il mondo abbia la vita.
Noi = incarnazione, date la vita, farsi uno…
Non avere paura del mondo, del mondo che vediamo attorno a noi, ma sentirci mandati in questo mondo, per amarlo, per salvarlo. Amare ogni persona che incontriamo e vedere in essa un candidato a diventare Cristo, un altro Cristo: dobbiamo far nascere Cristo nelle anime che incontriamo, dobbiamo nutrirle, farle crescere…

Questo ci farà chiudere l’orizzonte non solo nell’ambito della nostra borgata? No! Assolutamente, perché se guardiamo il mondo con gli occhi di Cristo col cuore di Cristo, spazieremo per l’universo intero. Gesù non si è spostato dalla Palestina, ma ha dato la vita per tutti gli uomini e ai suoi discepoli ha comandato: andate in tutto il mondo.
Così tanti di noi non andranno mai fuori di Roma, fuori dell’Italia, tanti di noi saranno chiamati a fare i missionari in mezzo ai pagani della nostra città, con un cuore cattolico e universale. E ci sono alcuni a cui Gesù continua a dire, come ai suoi discepoli: andate in tutto il mondo.
E questi vanno come Gesù. Come Gesù uscì dalla sua patria, il Paradiso, e si è fatto cittadino di un’altra terra, questo nostro pianeta, così ci sono uomini, donne, giovani, che escono dalla propria terra e vanno a farsi africani con gli africani, asiatici con gli asiatici, a farsi tutto a tutti, come diceva Paolo,  per conquistare qualcuno a Cristo
Oggi prendiamo coscienza in modo rinnovato della nostra comune vocazione missionaria: di essere mandati cioè da Cristo in mezzo alla nostra gente per essere luce del mondo, sale della terra, lievito nella pasta, per dare la vita, nell’amore, ad ogni persone che incontriamo e così comunicare la vita che è in noi, Cristo stesso, a questo nostro mondo che va verso la morte.

Nello stesso tempo oggi prendiamo coscienza che ci sono alcuni di noi cristiani a cui Cristo dice di andare altrove, fuori della propria patria, della propria terra, fino ai confini del mondo, ad annunciare a chi ancora non la conosce, la buna novella, a dire cioè che c’è un Dio che ci ama, che ci libera, che ci salva.
Preghiamo allora per chi già ha lasciato la sua patria per andare là dove Cristo lo ha mandato, e preghiamo perché ci siano sempre tanti giovani pronti, disponibili a lasciare tutto per Cristo e per i fratelli, se Dio glielo chiede.

(Note per l’omelia a san Marcellino, sulla Casilina, Vigilia della Giornata Missionaria Mondiale, 23 ottobre 1982)


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