domenica 26 marzo 2017

Annunciazione, una finestra nel cielo


Su in alto, nella lunetta dell’ultima cappella a destra della chiesa di Trinità dei Monti, un originale affresco dell’Annunciazione. È quello che ho pubblicato sul blog di venerdì scorso. A parte l’angelo adagiato e lunghissimo, in modo da coprire lo spazio della lunetta, mi ha colpito un’inedita finestra che si apre in cielo e dalla quale il Padre lancia verso la Vergine il Verbo fatto bambino. La mia piccola macchina fotografica ha fatto fatica a riprendere un soggetto così lontano, la scena si intravede comunque ed è simpatica e tenerissima, non ne ho mai vista una del genere.

Ieri a Cesena si è aperta ancora una volta una finestra in cielo. Questa volta però sono stato io a lanciare in cielo un bambino, battezzandolo.
Il 25 marzo è considerata la data dell’incarnazione: il Figlio di Dio si fa uomo. In Toscana, come in altre regioni, fino alla sua annessione da parte dei Piemontesi, l’anno iniziava proprio il 25 marzo, così come il computo degli anni inizia con la sua nascita.
Anche per Leonardo ogni anno il 25 marzo segnerà l’anniversario dell’inizio della sua vita nuova.
Al termine della Messa, nel duomo della città, l’ho adagiato sull’altare della cappella della Madonna del popolo, per offrirlo a lei.

Nel giorno dell’Annunciazione ho pensato anche alla seconda annunciazione della vergine, quella avvenuta ai piedi della Croce.
L’Annunciazione a Nazareth le rivelò la presenza di Gesù in lei: Madre di Dio.
L’Annunciazione ai piedi della croce - “Donna, ecco tuo figlio” -, che non veniva più da un angelo ma dallo stesso Figlio di Dio, le rivelò la presenza di Gesù fuori di sé, negli altri.
Da quel giorno Maria riconobbe Gesù in ogni persona che incontrava.

Anche con il nostro sì alla nostra prima annunziazione il Verbo di Dio s’è fatto carne in noi.
Con il secondo sì, a seguito della seconda annunciazione, ci scopriamo madre della Chiesa, e viviamo per chi ci è accanto.


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