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A Marsiglia (secondo da sinistra) |
“My
neighbor”, mi sussurrava battendomi la manona sulle spalle. Il mio ufficio
è proprio accanto al suo. A fine mattinata, all’una precisa, quando passava
davanti alla mia porta gridava: “Basta lavorare. Andiamo a pranzo!”.
È ancora
il mio vicino. Anzi, ancora più vicino, ora che è partito improvvisamente per
il cielo.
Eravamo
insieme da due anni appena. Era stato chiamato alla casa generalizia per
prendere in mano l’Ufficio Giustizia, Pace e Integrità del creato. Aveva riempito
la casa con la sua presente, non soltanto perché era un gigante, ma perché era
un gigante buono!
In poco tempo si era attirata la stima di quanti in Roma
lavorano in un ministero analogo, al punto che gli avevano chiesto di essere il
presidente dell’associazione: aveva proprio la stoffa del leader.
Morire
così, all’improvviso, a 36 anni, di notte, da solo, per un infarto, lontano
dalla sua patria, sapendo di morire… Non si può!
È morto
nel giorno della festa della Croce. Anche Gesù morì da solo, provando l’abbandono
dei discepoli, delle folle, staccando da sé la madre, provando il senso di
abbandono da parte del Padre. Anche Gesù è morto con un forte grido. È il solo pensiero che mi mette un po’ di pace.
Poi penso alla sua famiglia, ai genitori, ai due fratelli
più piccoli. Sicuramente erano orgogliosi di avere un figlio sacerdote, che
aveva studiato negli Stati Uniti, che aveva un posto di responsabilità a Roma. Ora
improvvisamente non c’è più. Non sanno neppure dove immaginarlo… Il senso a
tanto dolore può darlo solo Maria, che oggi celebriamo ai piedi della croce,
anche lei che si vede stappare l’unico figlio…
Padre Kennedy è morto
il giorno nel quale iniziava il Capitolo generale. Che questa offerta porti almeno frutto.
Sul
numero della rivista “OblateWorld” (ottobre 2014), leggo un articolo che parla
di lui e riporta il suo pensiero.
Padre
Kennedy Katongo, O.M.I. ritiene che non dovrebbe mai essere "normale"
per qualcuno di vivere in condizioni di povertà o di oppressione.
Come
il nuovo direttore del Servizio Generale per Giustizia, Pace e Integrità del
Creato, p. Kennedy asserisce che il suo obiettivo principale è quello di offrire
alle persone povere l’opportunità di cambiare la loro vita per il meglio.
"Lavorare
per la pace e la giustizia è un modo per essere vero testimone di Gesù Cristo.
Dobbiamo intervenire sul sistema in modo che la giustizia possa prevalere e le
persone possano avere una vita migliore."
Padre
Kennedy è molto fiero di sapere il Oblati non rimangono indifferenti davanti all'ingiustizia.
Intervengono, spesso con grande rischio per la loro sicurezza personale:
- In
Brasile gli Oblati vivono in piena solidarietà con le popolazioni indigene che perdere
la loro terra a causa delle multinazionali.
- In
Sri Lanka lavorando per la pace e la riconciliazione tra i gruppi militari
rivali.
- Negli
Stati Uniti gli Oblati, fanno sentire la loro voce in favore di una riforma
dell'immigrazione.
Padre
Kennedy è stato ordinato solo quattro anni, ma migliorare la vita dei poveri
era per lui una priorità molto prima dell'ordinazione.
Nato
in Zambia nel 1980, da giovane P. Kennedy aveva preso parte al programma “Youth
Alive Zambia”. È stato coinvolto in progetti per prevenire la diffusione del
virus AIDS, per ridurre gli abusi sui minori, la disoccupazione e la povertà
nella sua comunità.
Cresciuto
nella provincia occidentale dello Zambia, p. Kennedy spiega che la povertà è semplicemente
accettato come un fatto normale da molte persone. La maggior parte delle
famiglie vive con circa un dollaro al giorno, e la mancanza di opportunità di
istruzione e di lavoro rende quasi impossibile rompere il ciclo della povertà. Le
persone che vivono in condizioni di povertà per così tanto tempo iniziano a ritenere
che sia normale vivere così. "Avere accesso ad acqua pulita, cure mediche
e scuole non deve essere normale", ha ripetuto p. Kennedy. "Dovrebbe
essere un diritto di tutti, anche dei più poveri tra i poveri".
Mentre
era seminarista oblato P. Kennedy ha lavorato con la Commissione Cattolica per Giustizia
e Pace su temi come il commercio e il debito in Zambia, traffico di esseri
umani e accesso all’acqua pulita. Quando studiava negli Stati Uniti ha lavorato
con l’Ufficio oblato di Giustizia, Pace e Integrità del Creato a Washington riguardo
ai problemi del clima, all'immigrazione e alla condizione dei rifugiati.
Una
volta diventato sacerdote P. Kennedy ha lavorato sia nel ministero parrocchiale
che tra giovani, oltre che nel programma di Giustizia, Pace e Integrità del Creato,
in qualità di direttore.
Padre
Kennedy non è mai tirato indietro quando c’era da parlare contro l'ingiustizia e
la corruzione del governo nel suo paese. Diceva che la corruzione era a uno
"sport nazionale" in Zambia, e richiamò funzionari di governo che
stavano rubando risorse statali per il loro tornaconto personale.
"Facciamo
in modo di votare per i leader che garantiscano uno sviluppo autentico e non soltanto
sulla carta", ha detto p Kennedy a un quotidiano nazionale prima di una
elezione nel 2011. “Gli Zambiani devono astenersi dal votare per leader disonesti."
Alla
ricerca della costruzione della pace e portando avanti iniziative significative
di giustizia p. Kennedy sarà presente in luoghi di alto profilo dove si
decidono le sorte dei poveri, come in Vaticano, nella Banca mondiale e alle
Nazioni Unite. Ma p. Kennedy non punta ad una posizione elevata. Ha un
obiettivo più modesto e concreto: "Come Oblato mi sono impegnato per dare
ai poveri il meglio di quanto posso offrire. Potremo dire di aver raggiunto lo
scopo solo quando potremo dire che avremo reso migliore la vita di qualcuno".