Karel
František Štěpán Mec, di Praga.
Nella Cecoslovacchia, ancora
negli anni ’80, chi si pubblicamente dichiarava cristiano rischiava d’essere
licenziato dal lavoro o dall’università. Ciononostante, i genitori di
Karel rimanevano attivi nella Chiesa cattolica “sotterranea”. Collaboravano con
un Gesuita al quale il governo aveva tolto il permesso di esercitare la
pastorale. Il papà lo portava in macchina dai fedeli e agli incontri, la mamma
distribuiva scritti cattolici proibiti - riviste, documenti del Concilio
Vaticano II, scritti spirituali - tutti copiati con una vecchia macchina da
scrivere.
“Per lungo tempo, io e mia sorella maggiore, non sapevamo quasi niente
di tutto ciò. Soltanto quando eravamo già grandi, i genitori ci hanno
raccontato le loro storie. Tre anni dopo la mia nascita, nell’autunno 1989 è
crollato il sistema comunista in Europa e la Chiesa poteva di nuovo respirare
liberamente. Sono nate altre due sorelle e un fratello”.
Il sacerdote continuava le “messe
domestiche”, tutti seduti attorno a un tavolo, come nel cenacolo; dopo la messa
la cena e la condivisione di notizie, della fede, delle preoccupazioni ecc.
“Questi incontri hanno formato molto sia il mio rapporto con Gesù Cristo
nell’Eucaristia sia la mia comprensione della Chiesa”.
Dopo l’esame di maturità Karel studia
biologia a Praga e si laurea. “Intendevo specializzarmi
in entomologia per diventare uno scienziato. Ma durante gli studi ho sentito la
vocazione alla vita consacrata e al sacerdozio. La biologia non offriva un
senso abbastanza profondo alla mia vita e non soddisfaceva la mia sete di
servire in qualche modo la gente”.
In quel periodo conosce per prima
volta gli Oblati, grazie a una rivista per giovani. Legge alcuni articoli sulle
missioni oblate nel Nord di Canada e in Haiti e sulla vita nel noviziato. “Informazioni che mi hanno interessato, ma
solo qualche tempo dopo, durante la preghiera per riconoscere la mia strada, me
ne sono ricordato e ho sentito una grande attrazione per la vita missionaria.
Mi sono messo in contatto con gli Oblati presenti nella Repubblica Ceca. Così
ho scoperto la loro vita comunitaria, il fondatore Sant’Eugenio e anche il loro
modo di fare missione sia in parrocchie sia tra i senzatetto, tra gli zingari e
con i giovani”.
Domani, 1° maggio, il nostro
Karel, che adesso studia qui a Roma, nella nostra casa, fare la sua oblazione
perpetua, donandosi tutto e per sempre a Dio e alla missione.
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