Questa volta sono alloggiato all’ultimo
piano. Il chiostro degli Oblati sembra più bello visto dai tetti, con la città
che gli fa da sfondo.
Da quassù in alto sembra più facile anche la conversione.
Medito
sulle molteplici esperienze di sant’Eugenio. Con il suo carattere collerico e
orgoglioso ne ha passate di tutti i colori.
Come
quanto il nuovo arcivescovo gli riversò addosso una valanga di accuse. «Il
primo impeto della natura – racconta – fu di piantare là l’arcivescovo, e
andare in un’altra diocesi, ma con l’aiuto di Dio farò tutto il contrario», e
buono buono si sottopone alla gragnola di calunnie.
Oppure
quanto arriva a Roma per fare approvare la sua Regola. “Approvarla? Tutt’al più
possiamo darle una semplice lode”, si sente dire. «Per un po’ restai indeciso,
fui anche sul punto di riprendermi il volume [delle Regole] e di rinunziare a
quanto mi pareva troppo difficile da ottenere». Poi ritorna sui suoi passi e al
monsignore dice: «La pratica è nelle vostre mani; non domando altro che il
compimento dei disegni di Dio».
Quando
vede morirgli uno dopo l’altro i figli più giovani prova momenti di ribellione,
di angoscia, di depressione. Vorrebbe morire con loro.
Davanti
a situazioni difficili la tentazione è sempre quella di piantare tutto e di
mollare, «al punto di aver bisogno di
tutta la mia ragionevolezza e di un po’ di aiuto di Dio per non dire basta e arrivederci
a tutti».
Quando
gli sembra che le circostanze avverse passino il limite arriva a desiderare la
morte: «Ho finito col chiedere a Dio di togliermi dal mondo».
Non
gli è facile arrendersi alla volontà di Dio.
Allora
la ribellione si trasforma in preghiera: «Lo Spirito Santo deve diventare ormai
padrone assoluto della mia anima, l’unico motore dei miei pensieri, dei miei
desideri, dei miei affetti, di tutta la mia volontà… bisogna conformarsi con gioia piena e totale abbandono alla santissima
volontà di Dio, cooperando con tutte le nostre forze alla realizzazione dei
suoi disegni…».
Quanto
mi piace questo santo che deve lottare per entrare nei progetti di Dio e farli
suoi. Fino a quando, negli ultimi giorni, lo si sentiva mormorare: «Come vorrei
vedermi morire per accettare bene la volontà di Dio!».
È arrivato a quello che desiderava da
giovane: «Mio Dio, è deciso per ora e per tutta la vita: soltanto voi
sarete l’unico obiettivo al quale tenderanno tutti i miei affetti e tutte le
mie azioni: piacervi, agire per la vostra gloria sarà la mia occupazione
quotidiana l’occupazione di tutti gl’istanti della mia vita. Voglio vivere solo
per voi, voglio amare voi solo e tutto il resto in voi e per voi. […] Voi siete
tutto per me, per me tenete il posto di tutto, Dio, mio amore e mio tutto!».
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