Padre Deschâtelets benedice la prima pietra |
Padre Gaetano Drago in primo piano |
Padre Gaetano Drago
era andato a prenderla nientemeno che dalla facciata della chiesa della
Missione ad Aix, là dove tutto ero iniziato.
(Tra l'altro il 28 marzo è l'anniversario della sua morte, avvenuta nel 1973)
(Tra l'altro il 28 marzo è l'anniversario della sua morte, avvenuta nel 1973)
Per la posa della
prima pietra padre Drago si indirizzo agli Oblati presenti e agli operai edili.
Tra l’altro disse:
Amici
cari, il 21 maggio 1861, 88 anni fa come oggi, rendeva la sua bell'anima al
Creatore quel gran servo di Dio che fu il Fondatore dei Missionari Oblati di
Maria Immacolata (…). Ai suoi figli lasciava come eredità spirituale e
programma di vita di andare ai più poveri e abbandonati. Il suo gran cuore
aveva abbracciato il mondò intero. Ed ora, i suoi figli, seguendo il suo
esempio, si sono sparsi per tutta la terra per convertire gli infedeli a Dio, e
dar loro norme e leggi del vivere civile. Voi li trovate nelle terre tropicali
dell'Africa e dell'Asia; li trovate nelle terre polari, agli estremi confini
della terra, dove il freddo scende fino a 50-60 gradi sotto zero, e vivono
nelle casette di neve come gli Esquimesi, si vestono di pelli come loro, si
cibano di carne cruda e di grasso per conservare le calorie indispensabili alla
vita; e questo per convertire a Dio quei poveri esseri, di tutti i più poveri e
abbandonati. (…)
Padre Drago parla agli operai |
E
non è forse una soddisfazione per lo spirito il collaborare anche materialmente
a una opera di bene?
È
forse la stessa cosa per voi il costruire una casa di giuoco e di divertimenti
destinate a persone degenerate dal vizio e che vivono al margine della società
senza occuparsi di essa, o il costruire una scuola per i vostri bambini, un
ospedale per i vostri ammalati, una chiesa dove l'anima stanca dalla lotta
giornaliera ritrova la calma e le forze nel Signore che l'ha creato e la
sostiene?
Dirà
qualcuno: a me poco importa la destinazione della casa ch'io costruisco, purché
lavori e guadagni.
Ma
nessuno di voi mi negherà che lo spirito ha più soddisfazione quando il lavoro
compiuto è per il pubblico. E non ricordate l'entusiasmo dei nostri antichi
padri quando popolazioni intere, in una gara meravigliosa di generosità e di
fede lavorarono insieme alla costruzione delle meravigliose cattedrali,
insuperate nella loro bellezza appunto perché sono un prodotto dello spirito?
Non
è forse vero che un ideale spinge l'anima nostra ai voli più alti?
E
l'ideale ci vuole. Il negare i valori dello spirito sarebbe il volere
equiparare l'uomo al bruto, che non ha latro scopo nella vita che quello di
nutrirsi.
Dottrine
assurde e insane quelle di coloro che negano i valori dello spirito e livellano
l'uomo alla beata.
San
Francesco, andando in giro, s'imbatté un giorno in un muratore.
- Dio
vi aiuti, compare, che cosa fate?
- Sto
murando, non vedete?
- E
perché murate?
- Per
guadagnarmi il pane.
- Solo
per questo?
- E
anche un po' di vino: ci vuole!
- E
solo per questo?
- Ho
famiglia e se non lavoro i figli non mangiano.
- E
solo per questo voi lavorate?
- Messere,
vedo che avete tempo da perdere, ma io ho il mio lavoro.
- Fratello
mio carissimo, gli disse allora S. Francesco con immensa dolcezza, voi bruciate
al sole, vi pestate le mani, fate vita molto grama solo per questa povera vita
materiale. Non pensate che con lo stesso lavoro potete guadagnarvi il paradiso,
oltre che il pane, solo che voi lo facciate per amor di Dio. E dunque lavorate
per amor di Dio e avrete pane e paradiso.
E
andandosene, si voltò indietro e lo salutò dicendo: Ricordate, pane e paradiso.
Anche
noi, carissimi operai, faremo lo stesso augurio per voi: Pane e Paradiso!
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