Ho
vissuto una mattinata molto intensa partecipando all’Assemblea dell’Opera di Maria, che vede raccolte
quasi 500 persone di tutto il mondo, di tutte le vocazioni, di tutte le età.
Molto belli gli interventi da parte di membri dell’Assemblea provenienti dai più vari mondi culturali.
Con la Scuola Abbà avevamo il compito è di disegnare, a grandi linee, lo
sfondo culturale nel quale ci troviamo a vivere oggi. Concretamente abbiamo
scelto di offrire una nostra riflessione su quattro tematiche: 1) la questione della mondializzazione, 2) quella della tecnica, tecnologia e
ambiente, 3) quella delle relazioni umane e 4) quella di Dio. Ogni tema è stato
esposto a due voci, anche se vi abbiamo lavorato tutti insieme.
Molto belli gli interventi da parte di membri dell’Assemblea provenienti dai più vari mondi culturali.
Una cosante emergeva dai molteplici interventi: l’esigenza di rapporti
autentici, di dialogo, di comunione così come di interiorità e di profondità di
vita.
Mi è sembrata particolarmente indovinata la conclusione, affidata all’arte,
espressa da Thérèse
Henderson, musicista e pittrice, che ha messo in luce la necessità della
capacità di ascolto e di saper vedere, a cui l’arte ci ammaestra:
«L’ascolto attento di una musica, o di
una poesia o di un racconto, crea dentro di me uno spazio di silenzio e di
accoglienza, dove vengo coinvolto in un dialogo interiore con me stesso e con
quest’opera d’arte. Di conseguenza mi porta ad essere più disponibile
all’ascolto dell’altro, mi porta ad
accogliere l’altro e a lasciarlo “risuonare” dentro di me.
Lo sguardo attento sull’opera d’arte visiva educa a
“guardare oltre” la materia, oltre ciò che la materia ci mostra per cogliere
una dimensione che non appare subito agli occhi, ( e questo è importante
proprio per il discorso che Sergio ci faceva prima). Ancora, lo sguardo sull’opera d’arte ci spinge
a cogliere il positivo dal “brutto” o dal negativo: questo è importantissimo
per conservare in noi la speranza. La
stessa cosa può succedere anche nel partecipare alle arti performative come il
teatro ecc.
E’
chiaro che questo sguardo “profondo” e questo ascolto “interiore” che ci porta
“dentro” ed “oltre” la realtà che ci viene offerta del “mondo
super-tecnicizzato”.»
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