lunedì 15 settembre 2014

Ettore Andrich, una leggenda


Abbiamo vissuto insieme per un anno a san Giorgio Canavese, nel 1968-69. Io studentello di filosofia e lui all’ultimo anno di studi. Nell’estate del 1968 eravamo stati insieme sulle Dolomiti, tra le sue montagne. Non aveva ancora la barba ed era un giovanottino come noi. Spensierato, poeta, con la musica nel sangue: un artista. Sognatore, sempre incantato, perennemente innamorato, sempre insoddisfatto e quindi sempre proteso in avanti. Già allora nasceva la sua leggenda, che è venuta arricchendosi col volgere degli anni.

Ettore Andrich se ne andato il 12 settembre, festa del nome di Maria, e oggi, festa di Maria Addolorata, nel 51° anniversario della sua Oblazione, abbiamo celebrato il funerale nella sua Oné di Fonte, la chiesa gremita all’inverosimile da persone provenienti da tutta Italia.
Ma persone come Ettore non muoiono mai. Rimangono.


1 commento:

  1. Sì, è proprio vero quello che dici!
    Persone così restano per sempre vive!

    La sera del 12 settembre, insieme alle lacrime che scendevano a fiumi, per l'immensa gratitudine per il dono che p.Ettore è stato nella mia vita, in questi anni trascorsi a Firenze, sono sgorgate delle parole dal cuore, che ho sentito di dover scrivere subito! e una melodia ha continuato a rimanermi in testa: un dono, perché non so scrivere né leggere musica, né suonare!
    All'inizio mi pareva di dirle a lui queste parole, ma poi mi sembrava che p.Ettore parlasse con Gesù! E Gesù con lui!

    Parlo con te e canto
    Canto con te, col sorriso e nel pianto!
    Vivo con te e tu in me!
    La Vita riaccendi, mentre tu ti spegni.

    Non si fermerà questa volontà
    di incendiare il cuore dell'umanità!

    E' l'Amore che tu riversi in me:
    io l'accolgo e già accolgo te!

    Niente mai potrà più dividerci:
    unica realtà, nuova Umanità!

    Penso che p.Ettore me le ha suggerite, come a dire " Vivo! "

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