Nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta il giorno
26 Luglio 2014, alle ore 16.00, gli Oblati della comunità di Maddaloni erano
schierati in fila, l’uno accanto all’altro per salutare papa Francesco. Per
primo ha salutato il Papa p. Antonio Ciccone che, mentre Lo abbracciava, gli ha
detto: “Sono un Missionario Oblato di Maria Immacolata”. E Il Papa: “Vi conosco
e vi stimo”.
Di fianco c’era p. Claudio. Stringendo la mano al Papa
dice: “Sono p. Claudio e anch’io sono Oblato di Maria Immacolata” . Il Papa ha
però notato che indossava la veste bianca e non nera come p. Antonio. Allora p.
Claudio ha spiegato che era missionario in Thailandia da 21 anni, di passaggio
nella nostra Comunità di Maddaloni fino a Natale. Il Papa allora ha chiesto
dove stesse in Thailandia. P. Claudio ha risposto che viveva alla periferia di
Bangkok e che insegnava nel seminario maggiore da molti anni. E il Papa: “Io ho
una cugina missionaria in Thailandia, ma non a Bangkok” . P. Claudio risponde:
“Sì, la conosco, è una suora salesiana”. Sorpreso che la conoscesse ha aggiunto
che è in Thailandia da più di 40 anni, ma adesso vive in un’altra città,
Udonthani. P. Claudio risponde che le Salesiane hanno una grossa scuola a
Udonthani.
Poi ha cambiato discorso, dicendo che conosce bene gli
Oblati. “In Argentina, in Buenos Aires, la Diocesi dove ero vescovo, avevate una
parrocchia, una bella parrocchia, ma poi per il calo del numero delle vocazioni
avete dovuto lasciarla e l’abbiamo assunta noi. Ma tutto e’ stato fatto bene,
di pieno accordo”. Ha aggiunto che gli OMI fanno un bel lavoro con i poveri in
Argentina.
P. Claudio risponde che spera sia cosi anche altrove per
la gloria di Dio e il servizio della Chiesa. Quindi il Papa lo ha guardato con
un sorriso e poi lo ha salutato.
Dice P. Claudio che è stato colpito dalla semplicità,
dalla pace e dalla mancanza di fretta di quest’uomo di Dio. Sembrava quasi che
non avesse niente da fare oltre che incontrare lui.
Quindi il Papa ha salutato e abbracciato p. Giovanni, che
durante il colloquio con p. Claudio Gli teneva stretta la mano e il braccio. P.
Giovanni si è rivolto al Papa più o meno con queste parole: “Santità, grazie
per quello che è e che fa’ per noi! Sono unitissimo a Lei e le rinnovo la
comunione e la preghiera per il suo ministero”. Il Papa esprimeva l’accoglienza
con un bellissimo sorriso.
Quindi è passato a salutare p. Renato, che teneva in mano
il bastone e la corona del rosario. Il Papa gli stringe la mano e p. Renato gli
dice: “Santità, ogni giorno dico un rosario per Lei!” Mentre il Papa notava il
bastone, p. Giovanni Gli dice: “Eh, Santità, lui è il patriarca della
comunità”. E il Papa: “E quanti anni ha?” “Novantadue”, risponde p. Renato. E
il Papa lo benedice imponendogli per qualche istante la mano in testa. Quindi
P. Renato chiede al Papa di benedire la corona del rosario che tiene in mano, benedizione
che il Papa accorda volentieri.
Ed ecco p. Tonino che saluta il Papa con queste parole: “
Santo Padre, sono cappellano in ospedale e le porto i saluti degli ammalati”. E
gli consegna delle lettere scritte da alcuni malati. Il Papa lo ha guardato,
dicendo: “Gli ammalati … Porti loro i miei saluti e la mia benedizione!” Quindi
lo ha abbracciato, senza mostrare alcun segno di fretta.
Di fianco c’era p. Aniello, aggregato per
l’occasione alla nostra Comunità, che così descrive il suo incontro con il
Papa: “ Mi
sono sentito come le persone che al tempo di Gesù aspettavano lungo le vie per
poter almeno toccare il Suo mantello. Papa Francesco si è intrattenuto col
nostro gruppo dicendo di conoscere gli Omi: “Da noi li chiamiamo gli omi”, ha
esclamato. La cosa più bella è stata quando il Papa salutava ciascuno di noi: sembrava
che in quel momento non esistevano gli altri, era tutto per ciascuno di noi;
almeno per quel momento per il Papa esistevo solo io. Stringere e baciare la
mano del Papa ha avuto in me un effetto indescrivibile e una pace e gioia
interiore mai provate. L’incontro col suo sguardo mi ha fatto pensare a Gesù
quando guardò il giovane e lo amò, mi è venuto spontaneo abbracciarlo. Ho
pensato che per noi Omi sia stata “una carezza della Mamma celeste”
Anche
p. Vincenzo, buon ultimo della nostra serie, così racconta: “ Ho compiuto 75
anni. Non avevo mai visto un Papa così da vicino. Ho provato una sensazione
fortissima. Baciandogli la mano ho detto: “Grazie, santo Padre! Sono anch’io un
Omi”. “Auguri!” ha detto Lui e, sorridendo, è andato oltre.
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