Aurora romana, dalla terrazza di casa |
Una
volta entrati in stanza e chiusa la porta inizia finalmente il colloquio. Si è
casa, con il Padre, con il fratello Gesù, con lo Spirito d’amore. Quando si è
in casa non occorre fare grandi discorsi. A volte basta una parola, oppure
semplicemente stare accanto gli uni gli altri senza dirsi niente: pur intenti
ognuno alle sue cose ci si sa vicini, in casa insieme.
Così è
la preghiera, un rapporto d’amicizia, come direbbe la grande esperta nel campo,
Teresa d’Avila, uno stare a tu per tu con la persona da cui ci si sa amati e
che si ama. Non si è in una stanza: questa è soltanto una metafora; si è in
Cristo: questa è la realtà vera. La preghiera è “stare” in Cristo, agire “nel
nome del Signore” (cf. 1 Cor 10, 31),
per amore della persona amata, compiere la sua volontà. Essa diventa così, a
sua volta, “luogo” nel quale Dio si fa presente.
Come
ogni rapporto, anche quello con Dio ha bisogno di tempo in tempo di essere
ravvivato con un dialogo esplicito, fatta di ascolto e di parola.
Lascio a
ognuno continuare, secondo la propria esperienza…
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