mercoledì 10 settembre 2014

Chiara nella terra di Gesù / 4



Il racconto del viaggio in Terra Santa di Sabrina, mi ha richiamato quello di Chiara Lubich negli anni ’50. Ne ho riportato gli ultimi capoversi nel libro sull’Eucaristia appena edito:

Vidi tanti altri posti, seguii tante strade che Gesù aveva fatte, osservai luoghi che Gesù aveva osservato, mi passarono sotto gli occhi pietre, pietre e pietre ancora…
E ogni pietra diceva una parola, molto di più di una parola, cosicché, alla fine, l’anima era tutta inondata, tutta piena della presenza di Gesù.
Ricordo con evidenza d’essermi, al settimo giorno, scordata letteralmente della mia patria, dei miei conoscenti, dei miei amici, di tutto. Io mi vedevo là, immobile ed estatica, spiritualmente pietrificata tra quelle pietre, senz’altro compito che rimanere e adorare. Adorare fissa con l’anima nell’Uomo Dio, che quelle pietre mi avevano spiegato, svelato, cantato, esaltato!
Un solo pensiero mi smosse e mi fece tornare. C’era anche in Italia un posto, che valeva di più di quei luoghi, dove avrei trovato Gesù vivo: era il tabernacolo, ogni tabernacolo con Gesù eucaristia.
Mentre l’aereo ci riportava, pensando e meditando, compresi per la prima volta come certi musulmani s’accechino dopo aver visto la Mecca e i luoghi per loro sacri, perché più nulla hanno da vedere – secondo loro – di migliore.
Noi no; col Dio dei vivi, possiamo tener gli occhi aperti anche dopo aver visto la Terra Santa, purché non si veda che Gesù, Gesù nell’Ostia santa, Gesù nei fratelli, Gesù nelle circostanze liete e tristi della vita.


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