Ho lasciato la Polonia senza poter celebrare la festa di Padre Józef Cebula, il primo Oblato riconosciuto come martire dalla Chiesa. Fu beatificato il 13 giugno 1999 da Giovanni Paolo II insieme a 107 compagni, vittime come lui della furia nazista. Nato in una famiglia di origine polacca il 23 marzo 1902 a Malnia, piccolo villaggio dell'Alta Slesia, decise di diventare Oblato durante un pellegrinaggio al santuario mariano di Piekary. Ordinato sacerdote il 5 giugno 1927, il suo ministero principale fu quello della formazione. Quando i nazisti invasero la Polonia, continuò il suo ministero nonostante le severe restrizioni, fino a quando fu imprigionato a Mauthausen. Qui doveva spaccare grosse pietre e portarle sulle spalle salendo una scala di 144 gradini sconnessi, sotto i colpi delle guardie che pretendevano che intonasse inni sacri. Non si lamentava mai, anzi il suo atteggiamento ispirava venerazione ai compagni, che cercava di consolare e coi quali spartiva il poco cibo. Le SS si divertivano a fare con lui giochi perversi. Il 9 maggio 1941 lo colpirono con otto pallottole e lo trascinarono, ancora vivo, al forno crematorio. La festa liturgica è oggi 12 giugno.
Questo il
ricordo di uno dei testimoni:
La vita di
Padre Cebula, durante gli arresti domiciliari, è dolorosa; diventa ancora più
difficile dopo che gli altri Oblati vengono deportati in campo di
concentramento. Vive con due fratelli oblati laici in una stanza e condivide
con essi la triste sorte. Quante precauzioni da prendere, quante attenzioni per
non pregiudicare se stesso e gli altri, mentre adempie il suo ministero
sacerdotale. Durante il giorno lavora come semplice operaio e durante la notte
celebra la Messa, e segretamente, porta il conforto ai moribondi, benedice
matrimoni e battezza i neonati. Nel febbraio del 1941, gli viene
categoricamente proibito di esercitare qualsiasi ministero sacerdotale.
Nonostante questo, celebra il Santo Sacrificio ogni giorno a mezzanotte, nelle
rimesse agricoli o spesso anche in cantina, accompagnato solo da un fratello.
Sente che
presto sarebbe arrivato il momento nel quale non avrebbe più potuto portare
Gesù sulla terra martoriata di Kujawy. Il 2 aprile, dopo la messa, celebrata a
mezzanotte, dice al fratello, che gli era rimasto sempre fedele:
"Fratello, oggi è stata l'ultima volta che ho festeggiato l’offerta a Dio.
Vi consiglio di confessarvi da me per l'ultima volta".
Tutto avviene
come predetto. Il giorno dopo, durante il pranzo, la polizia fa irruzione e
porta padre Cebula al campo di concentramento di Inowroclaw. Lì trova altri
sacerdoti e subisce dure torture, insieme al vescovo Kozal, futuro martire di
Dachau. Poi vengono separati in Poznan e il 7 aprile 1948, è portato nel campo
di concentramento di Mauthausen.
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