Il piccolo villaggio di Santa
Rosa sembra un alveare. I ragazzi dei campi scuola estivi schizzano di qua e di
là in mille giochi e attività. I bambini autistici arrivano ogni giorno per i
servizi ambulatoriali e per i laboratori teatrale, musicale, di ceramica, di
danza… ma anche l’attività con gli asini, il lavoro negli orti. Gli orti
cittadini sono aperti a chiunque voglia intraprendere una propria coltivazione,
e anche qui è tutto un va e vieni di persone che danno normalità a un centro
tanto particolare come questo. I disabili meno gravi passeggiano per i viali,
si dedicano ai servizi più vari, escono da soli, prendono l’autobus, si
avventurano nella città. Vi è integrazione e collaborazione con i genitori e le
scuole del quartiere. Le donne che non si vedono sono invece quelle ricoverate
con disabilità più gravi: non hanno più famiglia o se l’hanno non può sostenere
cure e assistenza così esigenti e continue. Poi gli assistenti, il personale medico, la cooperativa per i vari servizi...
Su tutto aleggia la carità di
don Guanella e delle sue suore. “La c’è la Provvidenza”, direbbe ancora il
Renzo dei “Promessi sposi”.
Un villaggio insediato nel parco
dell’Appia Antica, sulla quale ha uno degli accessi dal quale anch’io esco e
entro nei pochi momenti liberi per immergermi nella storia antica, in quanto
rimane dei monumenti di un tempo, nella natura silenziosa.
Giorni preziosi e belli, di
contemplazione dell’amore di Dio e di condivisione con i Guanelliani e le
Guanelliane…
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