Dopo una notte tempestosa,
l’alba spalanca un cielo limpido. Alzandosi in volo l’aereo lascia vedere
nitido il faro di Fiumicino che saluta quanti lascia le terre laziali
inoltrandosi sul mare. Scalo a Monaco e di nuovo in volo verso Poznan. Il viaggio
continua fino a Obra, un paese appena segnato sulle carte geografiche ma
centralissimo per gli Oblati: qui si sono formati e continuano a formarsi
centinaia di Oblati poi partiti per il mondo intero.
Quando mi fu affidato il
compito degli studi oblati, ormai 13 anni fa, entrai a far parte della
Associazione oblata degli Istituti di insegnamento superiore, appena
costituita. Da allora ogni anno mi sono incontrato con i rettori delle nostre
Università e Istituti ospiti, di volta involta, di una delle nostre
istituzioni. Sono stato così in Sud Africa, Congo, Canada, Stati Uniti,
Filippine, India… Poi è arrivato il Covid e siamo passati agli incontri
virtuali… Finalmente eccoci di nuovo insieme, fisicamente.
Ad attendermi Zigmund: siamo
stati insieme a Roma parecchi anni. Che gioia incontraci di nuovo! Siamo
proprio una bella famiglia.
Terminata per oggi i lavori,
a fine serata una visita alla fattoria degli Oblati: campi a non finire, 32
vitelli, 70 maiali, una trentina di arnie… Tornano i trattori con il fieno. Un mondo
agricolo d’altri tempi.
Intanto attorno alla chiesa
si riuniscono le persone per preparare la processione del Corpus Domini, che
qui naturalmente si celebra di giovedì come di dovere. Siano o no in Polonia?
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