Gesù invita ad essere perfetti come il Padre. Com’è
possibile a degli uomini, fragili, piccoli, finiti, essere come Dio infinito? “Siate
santi, perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo”, aveva già chiesto il libro
del Levìtico.
Non ci chiede di essere creatori come lo è il
Padre, non onnipotenti come lui. Ci chiede, e forse è molto di più, di essere
amore come lui è Amore. Questa la perfezione di Dio, la sua santità: Dio è
Amore. Questa la nostra perfezione, la nostra santità. Il Vangelo di Luca
infatti, a differenza di quello di Matteo, non chiede di essere “perfetti” come
il Padre, ma “misericordiosi” come il Padre. La perfezione sembra coincidere
con la misericordia. In definitiva con l’amore.
Tanto è onnicomprensiva questa parola, amore,
altrettanto può essere svuotata di senso e banalizzata. Cosa vuol dire amare?
L’amore presuppone la giustizia, ma anche la supera
infinitamente. Quando, nei tempi antichi, la Scrittura insegnava che il
risarcimento doveva essere proporzionato all’offesa – “occhio per occhio, dente
per dente” –, poneva un freno alla vendetta. Quella lezione non è stata ancora
capita e si continuano le rappresaglie, uccidendo dieci per vendicare la morte
di uno. Eppure l’amore va al di là della giusta e adeguata riparazione. Se il
Padre ci ripagasse con giustizia per i nostri sbagli, chi ci sottrarrebbe al
castigo eterno?
Il padre misericordioso, nella parabola dei due
figli, non ha ripagato con giusta misura il figlio minore, ha sovrabbondato nel
perdono e nel dono: la veste nuova, l’anello, i calzari, il banchetto, la
festa… Si meritava tutto questo? Si meritava una giusta punizione, e invece…
Sulla croce Gesù avrebbe potuto benissimo chiamare dodici
legioni di angeli per annientare i quattro soldati romani e i suoi persecutori.
Invece, icona dell’amore del Padre, ha saputo dire soltanto: “Padre, perdonali,
perché non sanno quello che fanno”. Prima ancora di perdonarli li ha scusati,
ha fatto finta che non sapessero: l’amore tutto copre.
L’amore è cieco. Sì, perché il Padre non guarda in
faccia nessuno quando fa splendere il sole o quando fa piovere. Non elargisce i
doni in considerazione della bontà o meno di quelli a cui sono destinati. L’amore
è gratuito, ama perché è dell’amore amare, non perché l’oggetti dell’amore è
amabile.
Per decidere se amare o meno, non dovremo guardare
l’altro, se è buono o cattivo. Dovremo guardare il Padre, Gesù, e imparare come
amare. La nostra “perfezione” sta nell’amore gratuito, disinteressato e
universale, come quello di Gesù, che ha dato la vita senza distinzione di persone.
Padre,
ricco di misericordia e grande nell’amore,
che non serbi rancore per le nostre colpe
e perdoni i nostri peccati,
che accogli nel tuo abbraccio giusti e peccatori,
che elargisci i tuoi doni a buoni e cattivi,
rendici perfetti nell’amore,
come tu lo sei.
Colmi di gratitudine
volgiamo lo sguardo a te
per imparare da te
ad essere condiscendenti con tutti,
ad amare i nemici,
ad essere in dono verso tutti.
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