Strette tra le immani tragedie delle guerre e del
terremoto in Turchia, si muovono le mie timide esperienze quotidiane. Come la visita e i colloqui con donne anziane e ammalate che vivono
in una casa qua vicino.
La prima che viene a parlarmi... il mio sguardo è
attratto dai pesanti calzini neri e dai sandali bianchi: che finezza!
le danno un tocco di eleganza. La seconda: le mani sono particolarmente curate,
bellissime. La terza: spicca la sciarpa di ciniglia blu marino che si intona e dà
colore a un volto pallido. La quarta stringe in mano un piccolo astuccio
celeste, una ricercatezza! Ma l’infermiera che la accompagna conducendo la carrozzina,
mi dice che è semplicemente uno strumento che le impedisce di farsi male quando
stringe con forza la mano… eppure denota stile, anche se la persona sembra
assente e non parla. Poi un’altra, e un’altra ancora… Mi piace costatare che
vecchiaia e debilitazione non avviliscono la persona: ognuna ha un suo contengo,
con grande dignità, tutte regine!
Quello che mi tocca è quanto mi dicono: ho lavorato
tanto, adesso posso pregare con calma e a lungo; ho servito tante persone, ora
sono a servizio del mondo intero; attendo con gioia l’incontro con il Signore; ho trovato un rapporto nuovo con il Padre, mi si è stampato dentro; quanta gratitudine per quanti si prendono cura di me; che grazia poter vivere
insieme, con Gesù tra noi…
Una piccola sorvolata sulla soglia del paradiso…
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