Esce in questi
giorni “Che artista il mio Artista”, il primo volume 2023 della collana
Passaparola di Città Nuova,
distribuita in abbonamento e non solo. Un testo intenso e coinvolgente, che interroga
nel profondo. In audio il primo capitolo letto dall’autore stesso.
«Perché non scrivi un romanzo su Simonetta Magari? Mi occorrerebbe una bella “penna”, in grado di scrivere rapidamente». Così la direttrice di Città Nuova. Ma Simonetta è una grande donna: psichiatra, psicoterapeuta, docente dei disturbi del linguaggio e psicopatologia della disabilità all’Università Cattolica di Roma, direttore sanitario del centro di riabilitazione don Guanella, membro della Consulta femminile del Pontificio Consiglio per la Cultura… Come scrivere di lei? Per fortuna non mi chiedono una biografia, per la quale occorrerebbe ricerca, indagine storica… La collana che ospiterà il libro - “Passaparola” - raccoglie storie vere, narrate come fossero romanzi d’invenzione. Allora basta che scriva un tratto della vita di Simonetta, che colga un’angolatura di lettura. Posso iniziare e so dove attingere.
Ho tanti ricordi
di Simonetta e altri me li faccio raccontare da chi ha vissuto con lei. Trovo
anche una manciata di sue pagine intime. Nella prima una frase mi colpisce: «Mi
sento un pezzo di marmo che lo scultore sta lavorando per farlo diventare una
statua, una bella statua, e proprio i colpi che fanno più male sono quelli che
danno forma al marmo». Ho trovato la chiave per leggere e scrivere il
racconto di Simonetta! È una donna determinata, forte, sicura di sé, ma presto
capisce che dovrà lasciarsi plasmare da un grande artista, se vuol diventare
un’autentica opera d’arte, e a lui si affida. Dio – l’Artista – la prende in
parola.
Come raccontare? Devo
trovare un “genere” letterario. Lascio allora che sia lei a raccontarmi la sua
storia, ma dalla fine, quando ormai sta per morire, perché solo alla fine, nel
compimento, tutto acquista il senso vero. Ormai non parlava più, ma gli occhi
parlavano ancora e io l’ascolto, e scrivo. Non riesco a rimanere distaccato,
oggettivo, vengo coinvolto, anche emotivamente, perché questa è una storia
vera, vissuta con una intensità estrema.
Inizio il libro con
l’andatura di una commedia brillante, anche il titolo sembra più adatto a un
musical che a un libro: “Che artista il mio Artista”. Ma a mano a mano che la
storia e le pagine scorrono la commedia si trasforma in dramma. La SLA arriva
improvvisa, tremenda, e non perdona. La dottoressa dei disabili diventa
disabile. Non si immaginava che l’Artista lavorasse così a fondo, crudelmente,
la sua opera. Adesso non c’è più poesia in questa storia, si leva piuttosto un
grande straziante grido di dolore e scende il buio. Avrei voluto intitolare il
libro “Il grido di Simonetta”, perché quello mi è sembrato il momento più alto
della sua vita, quando il dono di sé raggiunge lo zenit.
Non è un ritratto
edulcorato, edificante, pio o pietoso quello che ho dipinto, ma una pennellata
essenziale, di grande realismo, che ritrae una donna che attraversa la tragedia
della malattia, che si ritrova immobile, bisognosa di tutto, dipendente dagli altri.
E che sente i colpi pesanti dell’artista che sembra demolirla, distruggerla. Ne
nasce quel capolavoro che aveva sognato. La lettera scritta al papa il 10 marzo
2021 è rivelatrice: «Mi sento come una “banca” da cui tutti possono attingere perché il rapporto con Dio è sempre più profondo. La malattia è un Suo cesellamento, con cui Egli fa del suo lavoro un capolavoro. Sono proprio i colpi che fanno più male a dare la forma».
Hai appena
iniziato a raccontare la tua storia, Simonetta. Continuerai a raccontarla
ancora, ad altri, e altri ancora la raccoglieranno e continueranno a
raccontarla, perché è troppo bella, è troppo vera.
Sarà possibile acquistare il libro nei prossimi giorni su www.cittanuova.it/libro, oppure contattare abbonamenti@cittanuova.it; 06.96522201; 3476400459
Sul sito di Città Nuova leggo il primo capitolo: https://www.cittanuova.it/simonetta-magari-grande-donna-dio-la-sla/?ms=001&se=026
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