martedì 28 febbraio 2023

Eugenio de Mazenod e Giuseppe Calasanzio


 

Nel 1597 san Giuseppe Calasanzio aprì la prima scuola popolare gratuita in Europa, che prese sede nel palazzo della famiglia Torres, a due passi da Piazza Navona. Il palazzo ospita la stanza dove visse e morì il santo. Ancora intatta, contiene oggetti e suppellettili a lui appartenuti: il letto, la poltrona, il tavolino, l’inginocchiatoio, la sedia, i sandali... Nella sala detta “delle reliquie” grandi armadi settecenteschi custodiscono altri oggetti. Persino il pavimento di mattoni è quello originale, così le pareti, le porte, le finestre…

Nel suo soggiorno romano del 1825-1826 sant’Eugenio de Mazenod venne in questa casa, a pregare sulla tomba del santo. In quei giorni lesse “d’un fiato” la sua vita: «C’è di che confortarsi – scriveva in una lettera a Tempier, il 3 dicembre 1825 – quando incontriamo sofferenze simili a quelle cui siamo troppo spesso esposti. Molte volte s'è visto abbandonato dai suoi; una volta gliene rimase uno soltanto, e per continuare le scuole fu obbligato a prendere insegnanti a pagamento; un'altra volta gli stessi stipendiati, dopo aver bene imparato il suo metodo educativo, gli voltaron le spalle portandosi dietro un gran numero degli associati che formavano l'Ordine. Ancora una volta quattordici dei più capaci si licenziarono. (…) Alla fine vide con angoscia un membro scellerato del suo Ordine ordirgli contro una trama così ben congegnata da estrometterlo per insediarsi al suo posto e, in combutta con un personaggio illustre, mettersi all'opera sotto i suoi occhi per distruggere l'Ordine, riuscendoci in parte. Il santo morì prima che le cose si mettessero meglio. Se i santi sono stati trattati in tal modo, c'è da meravigliarsi che noi siamo provati a nostra volta?». Sant’Eugenio andò a celebrare una messa di ringraziamento sulla tomba del santo il giorno in cui capì che ormai le cose per l’approvazione della sua regola si stavano mettendo bene…

Sono stato in quelle stanze e su quella tomba assieme a una quarantina dei nostri giovani Oblati, per continuare a “seguire i passi” del nostro Fondatore. Gli Scolopi ci hanno accolto con molta attenzione… e alla conclusione mi hanno invitato a guidare il loro ritiro. Cosa che ho fatto sabato scorso per tutto il Consilio generale. Così i figli dei santi continuano il rapporto che c’era tra i loro Padri…

Comunque ne riparliamo domani...


 

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