Annigoni ha dipinto un quadro gigantesco
sulla parete di fondo della Basilica di sant’Antonio a Padova raffigurante sant’Antonio
sul noce a Camposampiero. Ma che ci faceva lassù su quella capannuccia che s’era
fatta costruire dal conte Tiso? Voleva imitare i famosi dendriti dell’Oriente
che vivevano appunto su un albero come gli stiliti vivevano su una colonna?
Forse anche sant’Antonio cercava un luogo
appartato per terminare gli ultimi giorni della sua vita in intimità con il
Signore. Ma gli era andata male. Come dipinge Annigoni, il noce invece che uno
spazio solitario divenne presto un pulpito da cui il santo parlava alla gente
che ci radunava sotto l’albero.
Bello questo santo tutto donato. Certamente
aveva il suo segreto, un’intimità profonda con il suo Dio, l’invisibile Gesù Bambino
tra le braccia. Ma se ne vedevano soltanto i frutti.
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