Sono fioccati gli auguri per il 15 agosto: pochi – almeno
quelli indirizzati a me – inneggianti al Ferragosto, meritato periodo di
riposo; molti quelli che guardano all’Assunta, anche perché per gli Oblati
quest’anno sono 200 anni dall’esperienza di sant’Eugenio con la cosiddetta “Madonna
del sorriso”.
Indubbiamente lo sguardo è rivolto al Cielo, meta del nostro pellegrinaggio. E saranno cieli nuovi e terra nuova. Terra nuova! Ritroveremo proprio tutto e tutti… e “nuovi”! per fortuna. Niente mancherà di quello che abbiamo lasciato o perduto, di quelli che abbiamo lasciato o perduti. Maria è assunta con il “corpo”, con tutta la sua umanità, fatta di relazioni: tutto è salvato, tutto rimane.
Mi è giunta anche una bella e semplice poesia di
Trilussa:
“Quannero regazzino, mamma mia
me diceva Ricordati, fijolo,
quanno te senti veramente solo,
tu prova a recità 'n Ave Maria.
L'anima tua da sola spicca er volo
e se solleva, come pe' maggia".
Ormai so' vecchio, er tempo s'è volato.
Da un pezzo s'è addormita la vecchietta,
ma quer consijo nun l'ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
io prego la Maronna Benedetta
e l'anima mia da sola pija er volo”.
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