Ogni giorno faccio teatro con i bambini.
Questa mattina ho chiamato anche un papà a fare un po’ di teatro: il papà più
grande e grosso di tutti, brasiliano. Gli ho fatto portare la sua bambina di
due anni, con dei riccioli biondissimi, un amore di bambina. “Ora spupazzatela
un po’”, gli ho detto. E lui l’ha buttata per aria, l’ha trattata malissimo e
lei rideva da matti, contentissima. Poi ho chiamato una mamma che a colazione
avevo visto come mangiava il suo bambino di otto mesi. “Facci vedere come te lo
mangi”, le ho chiesto. E lei ha cominciato dai piedini, dalle manine,
sbaciucchiandolo in tutti i modi possibili.
“Vedete, ho detto ai bambini, come i genitori
vi vogliono bene? Sapete che in cielo abbiamo un papà, che è anche una mamma, e
che ci vuole un bene da matti?” Così ho iniziato a parlare del Padre nostro che
sta nei cieli: è lui il Paradiso! “Vacanze in Paradiso” vuol dire entrare nella
casa del Padre e essere abbracciati dal suo amore.
Chi ci ha detto che Dio è così? Gesù, che è
suo figlio. Ed ho parafrasato le parole di Gesù che parla degli uccelli che non
lavorano eppure mangiano, dei fiori che non tessono né cuciono eppure sono
vestiti meglio di un re. E chi dà loro da mangiare, chi li veste? Il Padre
celeste, proprio come fanno i genitori con i bambini…
Così siamo finiti in cappella e abbiamo recitato
il Padre nostro: aveva un sapore nuovo.
Nel pomeriggio passeggiata fino a St. Hugues
nella chiesa dipinta interamente da Arcabas. Ed eccoci tutti incantati dalle
pitture, a cominciare dalla natività di Gesù e dagli angeli che cantano…
soprattutto dall’angelo “birichino” che invece di cantare fa un giro in
bicicletta… per portare più in fretta il grande annuncio.
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