In questi giorni ho letto un testo di sant’Alfonso de Liguori che come sempre è un grande maestro della vera pietà popolare. Ecco il suo invito:
Prendete l’abitudine di parlare a tu per tu con Dio, familiarmente, con fiducia e amore, come con l’amico più caro che avete ed il più affettuoso. (...)
Non è richiesta un’applicazione continua dello spirito che
vi faccia dimenticare gli affari, né il riposo. La sola cosa richiesta è, senza
tralasciare le altre occupazioni, di comportarvi con Dio come agireste con le
persone che vi amano e che amate, nelle diverse circostanze che si presentano.
Il vostro Dio è sempre con voi, anzi dentro di voi: “In lui infatti viviamo, ci
muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). Chi vuole parlargli non deve fare
anticamera, per carità: Dio desidera vedersi trattare senza cerimonie. Parlate
con lui dei vostri affari, progetti, preoccupazioni, paure, di tutto quanto vi
interessa. L’essenziale, lo ripeto, è che lo facciate senza disagio e a cuore
aperto. Dio infatti non parla all’anima che non gli parla e che perciò
capirebbe difficilmente la sua voce, non essendo abituata a conversare con lui.
(...)
È vero che dobbiamo sempre il massimo rispetto a Dio; ma
quando vi fa il dono di sentire la sua presenza e vi spinge a parlargli come al
migliore amico, lasciate andare il cuore liberamente e con tutta la fiducia.
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