mercoledì 14 ottobre 2020

Mai vergognarsi dei nostri fratelli


Siamo fuori contento liturgico, ma è sempre il tempo opportuno per leggere la Passione di Gesù, specie se alla luce della passione che vive oggi la nostra umanità.

Mi sono risuonate in maniera nuova le parole di Pietro nel cortile del sommo sacerdote nei confronti di Gesù: “Non conosco quell’uomo” (Mt 26, 74). Come, non lo conosci? Proprio tu che sei stato sempre con lui, che ti ha scelto come pietra su cui costruire la sua Chiesa…

Quanto sono diverse da quelle, pur drammatiche, pronunciate da Caino: “Sono forse custode di mio fratello?”. Anche Caino prende le distanze da Abele, ma comunque lo chiama “fratello”. Pietro lo chiama “quell’uomo”. Quell’uomo? Non ha più neppure un nome…

Succede lo stesso quando qualcuno cade in disgrazia, specialmente nell’opinione pubblica. Allora nessuno lo conosce più. Chi? Di chi state parlando? “Non conosco quell’uomo”. Mai vergognarsi dei nostri fratelli, anche se avessero commesso nefandezze. Tanto più se fossero calunniati come Gesù. Mai vergognarsi di condividere il destino del fratello. 

Nessun commento:

Posta un commento