Cassiodoro. Chi ha fatto studi classici ne ha una certa reminiscenza, ma rimane un pensatore lontano, che si perde nei tempi della fine dell’Impero romano. Ieri nella basilica di Santa Maria in Trastevere, è riapparso attualissimo. L’occasione era la cerimonia di assegnazione del Premio Cassiodoro alla sua XI edizione. È stato consegnato al cardinale Gianfranco Ravasi, al rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, al superiore generale dei Paolini Valdir José de Castro, al medico e scrittore Cesare Catananti e alla presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce.
Prima della consegna dei riconoscimenti un’ariosa presentazione
della figura di Cassiodoro da parte del cardinale Ravasi, Andrea Riccardi e dei
sei volumi (3.500 pagine) dei suoi commenti ai salmi, tradotti in italiano da
monsignor Antonio Cantisani, vescovo emerito di Catanzaro Squillace, amicissimo
degli Oblati che ha voluto nella sua diocesi.
Ravasi ha spiegato che «nell’imponente bibliografia di
Cassiodoro, senatore, intellettuale e, infine, anche monaco, si allarga
l’orizzonte particolare da lui riservato alla voce dei Salmisti biblici, una
voce che continua a risuonare quasi da due millenni, non solo nella Sinagoga ma
anche nella Chiesa».
Riccardi ha messo in luce i tempi difficili in cui Cassiodoro ha operato alla fine di un mondo, quello romano, e all’alba di una nuova epoca, quella dei Goti, favorendo l’incontro fra le due civiltà e adoperandosi a costruire ponti e non muri.
Cassiodoro ha creduto che il cristianesimo dovesse diventare cultura e ha contribuito con lo studio dei padri della Chiesa e dei grandi autori della civiltà romana alla nascita di una nuova stagione culturale e cristiana. In particolare, attraverso il concetto di civilitas indica tanto il rispetto delle leggi e dei princìpi della Romanità quanto la convivenza sociale, giuridica ed economica di Romani e stranieri fondata sulle leggi.
Una serata che ci ha fatto respirare e ci ha fatto comprendere ancora di più il valore della cultura per il riscatto di una società che rischia ancora di precipitare nella barbarie. Anche Cassiodoro è rimasto sulla breccia, offrendo il suo contributo fino alla fine, arrivata a 95 anni, senza mai arrendersi, continuando a sperare.
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