Come altri irlandesi andò in esilio volontario, abbandonando patria, lingua, costumi. Partì con dodici compagni facendosi pellegrino di Cristo: Britannia, Gallia, Svizzera, e finalmente l’Italia, Bobbio, da dove partì per il Cielo, ultima definitiva meta del suo pellegrinare.
Ho ripercorso questo itinerario avventuroso di san Colombano (540-615) assieme ai
novizi e novizie dei castelli romani per i quali dove ormai tenere le lezioni
via zoom… Siamo confinati a casa, ma i racconti ci portano ancora in giro per
il mondo, a seguito dei nostri grandi santi.
Dalle Regole che ha scritto san Colombano appare come un
uomo duro, intransigente, quasi disumano nella sua severità.
Eppure possiede tratti di profonda tenerezza,
specialmente quando si rivolge al suo Signore:
“Tu sei tutto per noi (…). Ti prego, o Gesù, di
ispirare i nostri cuori col soffio del tuo Spirito e di trafiggere col tuo amor
le nostre anime, perché ciascuno di noi possa dire con tutta verità dal
profondo del suo cuore: Fammi conoscere l’amore dell’anima mia (Ct 1, 7). Desidero
che quelle ferite siano impresse in me, o Signore. Beata l’anima che è così
trafitta dalla carità, che cerca la fonte, che beve, e che, bevendo, ha sempre
sete, e desiderando sempre attinge, e assetata sempre beve; così, l’anima
amando, sempre cerca, e nel so essere piagata, viene risanata” (Istruzioni, XIII, 1-3).
Ma la grande lezione che ancora oggi Colombano ci dona
è quello del “pellegrinaggio”: non abbiamo quaggiù la nostra città stabile,
siamo di passaggio, in cammino verso la patria vera:
“Non amiamo la via più della patria, per non perdere
la patria eterna (…). Conserviamo salda in noi questa convinzione, così da
vivere nella via come viandanti, come pellegrini, quali ospiti del mondo, sena
legarci ad alcuna passione, senza desiderio alcuno dei beni terreni, ma in modo
tale da colmate le nostre anime della bellezza delle realtà celesti e
spirituali, cantando con la virtù e con la vita: «Quando verrò e apparirò
davanti al volto di Dio? Infatti l’anima mia ha sete del Dio forte, vivo. (Sal
42, 3)” (Istruzioni, VIII, 2).
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