sabato 31 ottobre 2020

Chiamati a diventare santi


 

P. Joseph Fabre, primo successore di Eugenio de Mazenod alla guida della Congregazione, ha contribuito in modo determinante a mantenere vivo il senso della famiglia e la memoria del Fondatore e del suo spirito. Dai contemporanei egli fu riconosciuto come autentico continuatore dell’opera di Eugenio de Mazenod, al punto che il primo compagno del Fondatore poteva scrivergli: «Certamente piangeremo sempre il nostro primo Padre, ma lasciate che ve lo dica: questo Padre non se n’è andato del tutto, vi ha lasciato il suo spirito e il suo cuore».

Consapevole di non poter riempire il vuoto lasciato dalla morte del Fondatore, di non poter parlare con la stessa autorità e passione, p. Fabre si dichiara tuttavia pronto a lasciarsi “animare dal suo spirito”, così da potersi costantemente rinnovare, insieme a tutti gli Oblati, “nello spirito della nostra santa vocazione”, e camminare sulle sue orme. Ecco dunque il suo messaggio:

A cosa siamo chiamati, miei cari fratelli? A diventare santi, a lavorare efficacemente per la santificazione delle anime più abbandonate. Questa è la nostra vocazione [...]. Dobbiamo lavorare attivamente con generosità alla nostra santificazione, vale a dire, meditare ogni giorno in modo più serio e più a fondo, i doveri del nostro stato, conoscere sempre meglio le virtù che Dio esige dall’anima, perché pervenga con un comportamento sempre più religioso alla pratica degli sacri doveri. [...]

Lavorare per la santificazione degli altri, esercitando il ministero, è una bella missione, ma questa è solo una parte di una sana vocazione; suppone la prima come principio e sorgente di fecondità. Infatti, potremo efficacemente e in modo soprannaturale corrispondere alla grazia del ministero, senza una chiara conoscenza, un profondo senso della necessità di santificarci? [...]

La negligenza che ci priva di fervore e santità, priverebbe le anime del frutto e della ricompensa di questo fervore e questa santità.

Nessun commento:

Posta un commento