domenica 9 agosto 2020

Una generazione nuova che fa sperare



“Tutto comincia con Igino Giordani.
Era dispiaciuto nel vedere che i laici nella Chiesa avevano un posto un po’ marginale, di secondo piano, e c’erano tante distinzioni, quando non divisioni, tra clero, religiosi, religiose, laici…
Avrebbe voluto aver vissuto ai tempi di santa Caterina da Siena ed essere uno di quelli che allora facevano parte della “allegra brigata”, cioè gli uomini e le donne d’ogni condizione – politici, mercanti, operai – che nel 1300 seguivano la santa. Cercava un’altra santa Caterina, di oggi.
Quando nel 1948 Chiara Lubich andò a trovarlo in Parlamento e gli parlò del suo Ideale, Giordani capì di avere trovato quello che cercava, la santa Caterina di oggi.


Fu così che dopo pochi mesi da quel primo incontro, il 15 luglio 1949, andando a trovarla a Trento, le chiese di “legarsi stretto” a lei, come facevano i membri dell’“allegra brigata” con santa Caterina, proponendo di farle voto di obbedienza perché lo guidasse nella via della perfezione. Chiara gli aveva risposto di lasciare a Dio l’iniziativa di un legame come Lui intendeva. Che fosse Gesù Eucarestia, ricevuto insieme alla messa dell’indomani, a stipulare tra loro un “patto d’unità”. Sarebbe stato Gesù, venendo in lei come in un calice vuoto, a fare il patto con Gesù in Giordani, che doveva porsi nello stesso atteggiamento di totale apertura e disponibilità. Così avvenne”.


Ho iniziato così la mia conversazione rivolta a circa 150 giovani collegati dalle più varie parti del mondo, con ben otto traduzioni. Una scuola speciale quella che si è tenuta quest’anno per i gen e i loro responsabili. Un nutrito gruppo di giovani tecnici a Rocca di Papa si sono attivati organizzando incontri, laboratori, punti d’incontro a distanza, tutto via telematica per rispondere alle sfide della pandemia. Mi sono trovato in mezzo a questo mondo tecnologico reso familiare dall’accoglienza calorosa che mi è stata riservata.
In diretta sono giunti echi straordinariamente belli in una interazione che esprimeva l’unità profonda che si era creata.
Quello che avvenne in quel lontano 1949, in un paesino delle Dolomiti, tra poche persone, oggi si è moltiplicato in tutti i continenti. Abbiamo vissuto la medesima realtà, con la stessa fede e passione.
Gen. Una generazione nuova, viva oggi più che mai, che fa sperare.

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