Ho passato una
settimana sul Celio, nel convento dei Passionisti, con il loro parco verdissimo
che si affaccia sul Colosseo e sul Palatino. Il cardinale Gasparri, quando
preparò i Patti Lateranensi, all’ultimo momento aggiunge quest’area tra i
territori vaticani. Veniva infatti a fare qua il suo ritiro, seguendo l’esempio
di tanti santi e grandi personalità. La cosa passò facilmente e così questo parco
si è preservato dalla speculazione edilizia e rimane anche oggi un luogo di
silenzio e di preghiera, attorno alla tomba di san Paolo della Croce.
Accanto l’altro parco
di villa Celimontana.
A cominciare dall’acquedotto
di Nerone, che portava l’acqua alla Domus Aurea. In una delle sue arcate la
cella di san Giovanni di Matha, con accanto il mosaico che riproduce la famosa
visione di Cristo che libera gli schiavi. Dicono che qui, nell’alloggio che
aveva fatto costruire per i pellegrini, sia venuto san Francesco e che i due
santi si siano incontrati.
Di fronte santo
Stefano Rotondo, e poco più lontano il monastero dei santi Quattro Coronati.
Più avanti la chiesa
di san Gregorio Magno sorta sulla sua casa.
E si può scendere fino
a san Sisto vecchio, dove approdò san Domenico quando giunse a Roma.
Camminare per queste
strade silenziose è come compiere un pellegrinaggio costante. Ancora una volta
bellezza e santità si sposano tra loro.
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