lunedì 10 agosto 2020

Celio, bellezza e santità


Uno dei colli più belli di Roma, ricco di storia, arte, santità.
Ho passato una settimana sul Celio, nel convento dei Passionisti, con il loro parco verdissimo che si affaccia sul Colosseo e sul Palatino. Il cardinale Gasparri, quando preparò i Patti Lateranensi, all’ultimo momento aggiunge quest’area tra i territori vaticani. Veniva infatti a fare qua il suo ritiro, seguendo l’esempio di tanti santi e grandi personalità. La cosa passò facilmente e così questo parco si è preservato dalla speculazione edilizia e rimane anche oggi un luogo di silenzio e di preghiera, attorno alla tomba di san Paolo della Croce.
Accanto l’altro parco di villa Celimontana.



Ovunque ti giri lo sguardo si posa su monumenti che raccontano storie che incantano.
A cominciare dall’acquedotto di Nerone, che portava l’acqua alla Domus Aurea. In una delle sue arcate la cella di san Giovanni di Matha, con accanto il mosaico che riproduce la famosa visione di Cristo che libera gli schiavi. Dicono che qui, nell’alloggio che aveva fatto costruire per i pellegrini, sia venuto san Francesco e che i due santi si siano incontrati.
Di fronte santo Stefano Rotondo, e poco più lontano il monastero dei santi Quattro Coronati.



Proseguendo lungo l’acquedotto, passando accanto alla chiesa di santa Maria in navicella con dei mosaici mozzafiato, ecco la basilica dei santi Giovanni e Paolo, con sotto gli scavi che conducono alle loro casa.
Più avanti la chiesa di san Gregorio Magno sorta sulla sua casa.
E si può scendere fino a san Sisto vecchio, dove approdò san Domenico quando giunse a Roma.
Camminare per queste strade silenziose è come compiere un pellegrinaggio costante. Ancora una volta bellezza e santità si sposano tra loro.


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